Ha 37 anni, è argentina e si chiama Laura Lator. È il primo medico chirurgo che prenderà servizio all’Asp di Caltanissetta il primo di aprile. La sua destinazione è il reparto di chirurgia dell’ospedale Maria Immacolata Longo di Mussomeli.
Ieri mattina la dottoressa specializzata in gastroenterologia e patologie del cancro al colon ha incontrato i vertici dell’azienda ospedaliera, il commissario Alessandro Caltagirone, il primario di chirurgia dell’ospedale Sant’Elia Giovanni Ciaccio, accompagnata dal sindaco di Mussomeli Giuseppe Catania, che è stato fautore e promotore della convenzione per l’accoglienza di medici argentini nel nostro territorio.
Il chirurgo ha superato il primo colloquio e la prossima settimana dovrà sottoporsi ad alcune visite mediche come da regolamento, previsto dal decreto regionale del 5 gennaio, preliminare all’ammissione di medici stranieri in servizio. Laura Lator si è trasferita da qualche mese assieme alla sua famiglia. È mamma di due bambini. I suoi figli frequentano già l’asilo di Mussomeli, il marito, insegnante di Educazione fisica, ha trovato lavoro come istruttore di padel.
Il servizio di chirurgia generale dell'ospedale di Mussomeli, dove era rimasto soltanto il primario, adesso riprenderà la piena operatività. Martedì 11 aprile è prevista la seconda sessione di commissione, durante la quale saranno esaminati altri sei medici argentini inseriti in graduatoria, chirurghi ortopedici e specialisti in medicina interna. Il commissario Caltagirone, spiega che il 14 aprile saranno convocati altri 11 argentini vincitori del concorso e l'ospedale potrà riaprire tre reparti che erano stati costretti a chiudere per mancanza di medici. Presto arriverà anche un altro medico, Luciano Verrone, traumatologo del Boca Juniors, la squadra di calcio dove militò Diego Armando Maradona. Il rapporto tra l'Asp di Caltanissetta e i medici argentini è stato promosso da una giovane coppia che si è trasferita a Mussomeli acquistando una casa abbandonata alla simbolica cifra di un euro: Erica Moscatello, pronipote di Che Guevara, e il marito Javier Raviculè.
«Finalmente dopo mesi di intensa attività - commenta il sindaco Catania - il percorso fortemente voluto dal sottoscritto, in coerenza con quanto previsto dal quadro normativo nazionale, va a buon fine -. Adesso abbiamo una prospettiva di rilancio dell’ospedale e questo modello è replicabile in tutti gli ospedali periferici. Voglio ringraziare l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo per avere accelerato sul decreto regionale e il direttore generale Alessandro Caltagirone per avere creduto nel percorso»
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