Una nicchia del contatore dell’acqua, sotto casa del capo, sarebbe stato il nuovo nascondiglio della droga. Prima lo sarebbero state le auto di cui disponeva. Le macchine affidate a lui in conto vendita sarebbero state un posto dove nascondere la «roba», prima di cambiare luogo. Mezzi che si trovavano parcheggiati in via Ugo Foscolo, a Mussomeli. E quelle auto in conto vendita le avrebbe avute a disposizione il cinquantenne nisseno Antonio Maniscalco indicato da carabinieri e magistrati come a capo della presunta organizzazione di trafficanti di cocaina, marijuana e hashish nell’area del Vallone e dell’Agrigentino. E negli ultimi tempi – il periodo di riferimento è meta giugno di tre anni addietro – era stata usata una Fiat Panda bianca. Ma la mattina del 4 giugno, sempre del 2020, l’utilitaria è stata venduta per cui lo stesso Maniscalco avrebbe individuato la nicchia del contatore d’acqua sotto casa sua per occultare la «roba». Ogni movimento, sarebbe stato catturato delle videocamere spia piazzate dai carabinieri in quei nove mesi d’indagine che hanno consenti di scoprire un traffico di montagne di droga e qualcosa come 221 episodi di spaccio tra ottobre 2019 e giugno 2020. E da quel nuovo nascondiglio, in strada, dov’era sistemato il contatore dell’acqua, il 17 giugno del 2020 i militari hanno recuperato droga. Poco prima, Maniscalco - secondo la tesi investigativa - aveva preso da lì alcune dosi da vendere. Dentro quella cavità i carabinieri hanno trovato una busta con droga divisa in due involucri. Complessivamente, con quella «neve», si sarebbero ricavate oltre centoquindici dosi. Appena il giorno dopo gli indagati si sarebbero accorti della sparizione di quel carico di cocaina, per l’incredulità dello stesso Maniscalco. Rimuginando poi se l’avesse potuta lasciare sulla Panda bianca che aveva venduto o l’autolavaggio a cui l’auto era stata portata prima di cederla. «Se l’hai tolta tu dalla Panda… che mi hai detto che ieri sera qua c’era il via vai… quella che è rimasta… qua quando ho preso il pacco di sigarette c’era solo il pacco di sigarette! Non ce n’erano cose», avrebbe osservato il mussomelese Federico Lo Manto, in quel momento con lui. «No c’era ancora… quella che era rimasta più quella che avevo fatto io nella carta stagnola», sarebbe stata la risposta di Maniscalco che, alla fine, si sarebbe convinto che qualcuno l’aveva rubata. «Ho fatto mille euro di danno» avrebbe imprecato rivolgendosi all’altro in quel momento con lui. Nel blitz, oltre a Maniscalco e Lo Manto, sono stati arrestati Calogero Giuseppe Malta, 48 anni di Sutera; Antonella Alotta, 33 anni di Mussomeli; Luca Calogero Lauricella, 60 di Favara; Gino Gueli, 34 anni di Aci Castello; Filippo Fabrizio Aiello, 44 anni di Misterbianco; Eros Doria, 39 anni di San Cataldo; Antonio Puma, 42 anni di Favara; Paolo Bellino, 23 anni di Mussomeli ma abitante a Casteltermini; Francesco Di Bernardo, 47 anni di Casteltermini; Antonino Lattuca, 42 anni di Campofranco; Calogero Grimaldi, 31 anni di Casteltermini; Rosario Lo Re, detto «Dario», 42 anni di Casteltermini e Ahmed Atia 30 anni abitante a Mussomeli, quest’ultimo il solo ai domiciliari.