«Durante gli accertamenti patrimoniali, da fonti confidenziali, venni a sapere che i testimoni di nozze di Antonello Montante e della moglie Antonella Ristagno, erano stati Paolino Arnone, il figlio Vincenzo, Antonino e Rosalia Lanzalaco». Lo ha detto questa mattina il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Francolino, all’epoca dei fatti alla Dia di Caltanissetta, deponendo al processo sul cosiddetto «Sistema Montante» che si celebra a Caltanissetta. Vincenzo Arnone era capomafia di Serradifalco.
«Chiesi a due miei colleghi - ha continuato Francolino - di effettuare gli accertamenti. I registri dei matrimoni non si trovavano e quindi battemmo a tappeto le curie. Le nozze erano state celebrate il 23 dicembre del 1980. Poco dopo consegnai al capocentro Bonavita la mia relazione sulle indagini patrimoniali che avevo effettuato e lui apportò delle modifiche. Dopo aver corretto la mia relazione, secondo le sue indicazioni, la riconsegnai a lui ma non venne inviata in procura perché Bonavita voleva avere una maggiore cognizione sugli accertamenti patrimoniali e mi chiese di chiedere il supporto della guardia di finanza. Chiedemmo alla finanza di segnalarci se emergevano delle situazioni che potevano ricadere nei compiti della Dia e di verificare se nel flusso di denaro, fossero emersi legami con la criminalità organizzata. Dopo oltre un anno, il 6 novembre 2009, ci arrivò una nota dalla guardia di finanza. Non avevano trovato nessuna irregolarità fiscale. Bonavita mi disse che l’indagine poteva essere chiusa non essendo emersi elementi di nostra competenza».
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