«Paga o qualcuno si arrabbia»: richieste di pizzo continue, poi l'imprenditore nisseno racconta tutto
La prima richiesta di denaro era stata di 3 mila euro ma poi, nell’arco di 15 mesi, ha dovuto versare 75 mila euro. Vittima dell’estorsione un imprenditore edile di Caltanissetta che alla fine ha raccontato ai carabinieri quello che è stato costretto a subire per diverso tempo. Le indagini hanno portato all’ordine di custodia cautelare per Giuseppe Dell’Asta, 57 anni, al quale la misura è stata notificata in carcere, e Giovambattista Vincitore, 60 anni. Sono accusati dei reati di estorsione aggravata e autoriciclaggio. La vittima ha raccontato di essere stato avvicinato da Dell’Asta, che con tono minaccioso gli avrebbe detto che se non avesse consegnato quei soldi, finalizzati al mantenimento dei detenuti in carcere «qualcuno si sarebbe arrabbiato». Ed è così che l’imprenditore, preoccupato di vedere andare in fumo mezzi e sacrifici, ha cominciato ad eseguire continui bonifici, fino a raggiungere la somma di 75 mila euro. Le indagini dei carabinieri, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia, hanno consentito di accertare il piano elaborato dai due indagati: l’imprenditore avrebbe effettuato pagamenti tramite bonifico su conto corrente intestato a Vincitore, il quale, nella qualità di socio di maggioranza e amministratore unico di una società a responsabilità limitata avente ad oggetto la gestione di call center, «Clis Srl», avrebbe preventivamente emesso in favore della vittima fatture false per prestazioni mai eseguite relative a forniture di materiale pubblicitario e materiale edile. Le somme di denaro versate sul conto corrente intestato a Vincitore sarebbero state poi prelevate in contanti nel giro di pochissimi giorni tramite bancomat o sportello. Disposto anche il sequestro della società Clis, di fatto non operativa ma una «scatola vuota» utilizzata per l’emissione di fatture false.