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Riesi, nuovi guai per il collaboratore di giustizia Carmelo Arlotta

È accusato di ricettazione per una ruspa rubata nel 2003

Il Palazzo di giustizia di Caltanissetta

È in cerca di armi che i carabinieri s’erano presentati in casa della madre di un pentito riesino. Lo stesso Carmelo Arlotta, che, poco più di un anno addietro, è stato condannato a quattordici anni per un omicidio nel Milanese. Ma alla fine sotto processo, non per armi ma per ricettazione di un mezzo da cantiere, è finita la madre, ora assolta. E, di contro, è nei confronti del figlio collaborante che ora gli atti sono stati inviati alla Procura.

Sì, perché l’onda lunga di quella perquisizione, che poi ha trascinato in giudizio la madre, non per armi ma per quel mezzo pesante rubato vent’anni prima a Muggiò, ora ha fatto finire sotto accusa lo stesso collaborante (assistito dall’avvocato Manfredo Fiormonti).

Mentre la madre, la settantaduenne Angela Serio (assistita dagli avvocati Carmelo Terranova e Giada Faraci) è stata assolta dal giudice per ricettazione per non avere commesso il fatto. Ma sulla base delle «dichiarazioni auto indizianti» rese durante il processo al genitore, Arlotta s’è ritrovato questa nuova contestazione sul groppone.

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