A Gela Cosa nostra e Stidda avrebbero siglato un patto di ferro per la gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti e nella richiesta delle estorsioni. Emerge dal blitz condotto dagli uomini dello Sco della polizia, della squadra mobile di Caltanissetta e del commissariato di polizia di Gela che ha portato in carcere 55 persone dopo una lunga indagine coordinata dalla Dda di Caltanissetta. Gli indagati sono 32 gelesi, 4 soggetti di Catania, 4 di Palermo, 12 della provincia di Agrigento e 3 della provincia di Reggio Calabria. Le contestazioni sono reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti. Reati aggravati dalla disponibilità, in capo agli associati, di armi (anche da guerra) ed esplosivi.
Quella condotta dalla polizia è una «operazione particolarmente rilevante - ha detto il procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca - è importante perchè agisce sul traffico delle sostanze stupefacenti gestita tra le due famiglie di Cosa nostra e la stidda. Gela ha una sua specificità in tutto il territorio regionale e nazionale dove sono presenti due famiglie di Cosa nostra e c’è anche la Stidda. Le tre compagini criminali hanno una intesa, hanno siglato una «pax mafiosa» che perdura nel tempo». Durante l’operazione è stato rinvenuto un ordigno bellico di 700 grammi che sarebbe stato utilizzato alla bisogna.
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