Il capomafia e la moglie tornano alla sbarra per due omicidi. Con loro, altri diciotto imputati accusati di mafia, pizzo e armi. Tutti coinvolti, nel settembre di tre anni fa, nella maxi retata «Chimera» dei carabinieri che ha inferto un duro colpo alla mafia di Mazzarino.
In Corte d’Assise d’appello, a Caltanissetta, andranno il boss della Stidda, Salvatore Sanfilippo e la moglie Beatrice Medicea, già condannati all’ergastolo per due lupare bianche. La prima nel giugno del 1984 con la scomparsa di Benedetto Bonaffini, l’altra nell’agosto del ‘91 con l’uccisione di Luigi La Bella. Sul banco degli imputati pure la figlia, Maria Sanfilippo, assolta in primo grado, il nipote del boss, Paolo «Siviglia» Sanfilippo, Gianfilippo Fontana cognato del capomafia, Girolamo Bonanno, Emanuele Brancato, Massimiliano Cammarata, i fratelli Luca e Valentina Guerra, Grazia Minischetti – gli ultimi quattro già assolti – Silvia Catania, Paolo Di Mattia, Salvatore Di Mattia, Marco Gesualdo, Salvatore Giarratana, Giuseppe Morgana, Melina Paternò, Salvatore Adamo Sanfilippo e Salvatore Strazzanti. Parti civili il nisseno Giuseppe Campisi e il Viminale.
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