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Depistaggio via D'Amelio, il gup ammette la citazione come responsabili civili per Palazzo Chigi e Viminale

L'Avvocatura dello Stato aveva chiesto l'esclusione

Via D'Amelio subito dopo l'esplosione

Respingendo la richiesta dell’Avvocatura dello Stato il gup di Caltanissetta ha accolto la citazione come responsabili civili del Ministero dell’Interno e della Presidenza del Consiglio all’udienza preliminare che vede imputati di falso quattro poliziotti coinvolti, secondo la Procura, nel depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio costata la vita al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta. I quattro sono accusati di aver mentito durante le loro deposizioni come testi nel primo processo sul depistaggio celebrato a carico di altri tre funzionari di polizia.

L’avvocatura dello Stato, rappresentata da Giuseppe La Spina, aveva chiesto l’esclusione della Presidenza del Consiglio e del Ministero citati come responsabili civili dalle parti civili.

Un poliziotto imputato: non ho mai mentito

Ha respinto le accuse a suo carico il poliziotto Vincenzo Maniscaldi, imputato davanti al gup di Caltanissetta, insieme ad altri tre agenti, di aver mentito nel corso delle deposizioni rese al processo sul depistaggio. Maniscaldi nel ‘93 era entrato a far parte del gruppo di indagine «Falcone-Borsellino», costituito alla squadra mobile di Palermo per fare luce sulle stragi, del ‘92 e ha chiesto di essere interrogato dal gup questa mattina.

Nel corso dell’esame del suo legale, l’avvocato Giuseppe Panepinto, l’imputato ha affermato di non aver mai mentito nelle deposizioni rese al primo processo sul depistaggio celebrato nei confronti di altri tre funzionari di polizia Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. «Non ho mai nascosto nulla», ha detto in aula.

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