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Dentro una bara a Niscemi per protesta contro la strada della morte

Il docente Giuseppe Maida e il suo amico Rosario Ristagno chiederanno impegni precisi per i lavori lungo la provinciale 11. La piccola Aurora l'ultima vittima

Mai più sangue sulla Strada provinciale 11, la lingua d'asfalto che dal bivio Priolo porta a Niscemi. È questo l’obiettivo dell’ultima clamorosa protesta, che ha organizzato nei giorni di venerdì e sabato prossimi il «cittadino qualunque» Giuseppe Maida, docente di scuola media, sostenuto dal suo amico Rosario Ristagno. Maida e Ristagno sosteranno davanti alla sede della Provincia regionale di Caltanissetta, dentro due casse da morto, a partire dalle ore 17 di venerdì 14 febbraio fino alle 17 di sabato 15.

Aurora l'ultima vittima

La singolare protesta scaturisce dall’ultimo incidente mortale verificatosi sulla Sp 11, avvenuto il 28 gennaio scorso a pochi chilometri dal centro abitato di Niscemi, quando una mamma che stava accompagnando i tre figlioletti a scuola ha perso il controllo dell’autovettura che si è schiantata contro un muro di cinta. Nell’urto ha perso la vita la piccola figlia Aurora, 9 anni, mentre la madre e altri due figli, rispettivamente di 7 e 4 anni, hanno riportato gravi traumi e ferite. Ma la Sp 11 è funestata da una lunga scia di sangue: dal 2019 ad oggi, sulla Strada assassina si sono verificati 22 incidenti con morti e feriti. In particolare, dalla notte di Natale 2021 (quando in uno schianto automobilistico autonomo 4 giovani niscemesi persero la vita) al 28 gennaio scorso, 7 giovani vite sono rimaste spezzate mentre altri 5 giovani sono rimasti feriti. «Nella nostra comunità - afferma Maida - siamo continuamente in lutto. Questo stillicidio di morte deve finire, perché la Sp 11 è una strada che presenta gravi insidie e va sottoposta a una radicale manutenzione straordinaria».

Le richieste

Durante il loro sit-in a Caltanissetta dentro le bare, Maida e Ristagno chiederanno al commissario straordinario della Provincia regionale impegni precisi: asfalto drenante antipattinamento, segnaletica orizzontale, autovelox, dossi artificiali per la limitazione della velocità, rotatorie, moderna illuminazione. «Gli ultimi 4-5 chilometri, prima di arrivare a Niscemi - sostiene Maida -, sono il tratto più breve e pericoloso d’Italia, dove avvengono i maggiori incidenti. Bisogna intervenire subito. Non possiamo aspettare il prossimo sinistro mortale».

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