Caltanissetta

Mercoledì 16 Aprile 2025

Avrebbero chiesto soldi per mantenere i detenuti in carcere, due condanne a Caltanissetta

Il Palazzo di giustizia di Caltanissetta

Il Tribunale di Caltanissetta ha condannato Giuseppe Dell’Asta e Giovambattista Vincitore, rispettivamente alla pena di 12 e 8 anni di reclusione, per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso e autoriciclaggio aggravato in concorso. Secondo la procura nissena avrebbero chiesto soldi per mantenere i detenuti in carcere. Dell’Asta, già condannato poco più di 8 anni fa per le stesse accuse, in passato è stato sospettato di essere il boss della famiglia nissena di Cosa Nostra. Secondo la ricostruzione dell’accusa sarebbe stato proprio lui, in prima persona ad occuparsi delle estorsioni nei confronti di un imprenditore locale che aveva avuto poi il coraggio di denunciare. Giovambattista Vincitore avrebbe fatto invece da cassiere. A lui, attraverso la sua ditta, sarebbero finiti i bonifici per lavori inesistenti che, in realtà, sarebbero stati pagamenti di pizzo da parte dell’imprenditore estorto. I due imputati (assistiti dagli avvocati Dino Milazzo, Boris Pastorello e Davide Anzalone) hanno scelto il rito abbreviato. Alle richieste dell’accusa si erano rifatte le parti civili, l'imprenditore edile che sarebbe stato taglieggiato e il fratello, il Comune di Caltanissetta e l’associazione Rete per la Legalità Sicilia aps - associazioni e fondazioni contro il racket e l’usura (assistiti dagli avvocati Renata Accardi, Luigi Cuba, Daniela Sollima e Roberta Giordano). Secondo la tesi d’accusa, avrebbero estorto all’imprenditore edile circa settantacinquemila euro nell’arco di 15 mesi.

L'ex sindaco: «Soddisfatto per la sentenza»

A commentare la sentenza l'ex sindaco Roberto Gambino che aveva avviato la costituzione di parte civile del Comune di Caltanissetta cui è stata riconosciuta una provvisionale di 10mila euro. «Da ex sindaco e attuale consigliere comunale - dice Gambino - esprimo soddisfazione per la sentenza emessa che va a colpire duramente una cancrena come l’estorsione nei confronti degli imprenditori locali, alcuni dei quali hanno avuto la forza ed il coraggio di denunciare. Ringrazio l’Arma che ha condotto in maniera egregia le indagini e la magistratura requirente e giudicante che oggi stanno dando alla nostra città la speranza di una società più giusta e soprattutto più sicura. Adesso non è finita, dobbiamo fare sentire la nostra vicinanza agli imprenditori che hanno avuto il coraggio di denunciare e soprattutto dare una possibilità anche a coloro i quali non lo hanno ancora fatto, pertanto chiedo all’attuale amministrazione di utilizzare la provvisionale a favore di associazioni antiracket che possano tutelare le imprese che vogliano intraprendere questo percorso virtuoso, che colpisce l’associazione mafiosa nella sua attività più legata al territorio».    

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