
Pronti via si parte, da Gela, con l’accensione dell’impianto prevista fra il 2 e il 3 luglio anche se sarebbe meglio usare il condizionale, mentre comincia a delinearsi – e in questo caso con certezza quasi matematica – l’impatto economico che avranno sulle casse pubbliche i tre dissalatori in programma nel Nisseno, a Porto Empedocle e a Trapani: tra 1,70 e 1,50 euro al metro cubo, per un costo di circa un milione al mese e un totale di 24 milioni nel prossimo biennio.
Difatti, secondo il piano della task force regionale anti-siccità, guidata da Salvo Cocina, serviranno almeno due anni di piena operatività nelle tre strutture per dare il tempo ai bacini siciliani di rimpinguare le proprie riserve idriche, ancora piuttosto scariche nel versante Ovest nonostante le ultime piogge.
Per tutto questo periodo, a pagare sarà la Regione, che dopo il biennio coprirà invece poco più della metà del prezzo, mentre la restante parte, non più del costo di mercato pari a 0,70 centesimi a metro cubo, peserà sui gestori e dunque, in ultima analisi, sui contribuenti.
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