CALTANISSETTA. Il museo delle Vare alla fine potrebbe non nascere più. Lentamente ma prepotentemente si sta facendo strada l'ipotesi più clamorosa che andrebbe a mettere fine ad una lunghissima telenovela alimentata da discussioni, polemiche e da un fiume di soldi investito per trasformare lo stabile ex Gil. Quello realizzato e ultimato da due anni, quindi pienamente sfruttabile, tecnicamente è un "centro espositivo museale polivalente" e non il museo delle Vare. «Lì dentro - ha dichiarato il soprintendente ai beni culturali Lorenzo Guzzardi - possiamo metterci tutto e il contrario di tutto. Al suo interno potremmo organizzare mostre di un certo livello e stiamo attentamente valutando una serie di ipotesi. Ne discuterò con il mio dipartimento e con il comune. Non è detto che alla fine in quell'edificio debbano per forza essere esposte le Vare del giovedì santo anche se le porte restano aperte».
Per la Soprintentenza il tempo dell'attesa sta per scadere e, come è stato detto in altre circostanze, l'ufficio non può permettersi il lusso di tenere ancora chiusa, quindi inutilizzabile, una struttura costata un milione e centomila euro. Qualcuno già inizia a vociferare di cattedrale nel deserto e di soldi spesi inutilmente. Il soprintendente però spegne sul nascere ogni illazione e comincia a parlare di diversa destinazione dell'immobile riadattato per quello che doveva essere all'origine il museo delle Settimana santa. La pazienza dell'ufficio sta per finire e si intuisce chiaramente dalla parole di Guzzardi stanco di aspettare le decisioni dei detentori (o proprietari) delle Vare.
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