Parrhesia. Libertà di parola. È il cuore dell’appuntamento di respiro nazionale «Classici contro», che, per l’ottava edizione, a Caltanissetta, ha come anime il coordinamento tra Palermo, Caltanissetta e Ragusa di Andrea Cozzo e Franco Giorgianni, oltre ai docenti universitari di Palermo, Vittorio Coco e Alberto Trobia e di licei e istituti scolastici di Palermo e della sua provincia, di Caltanissetta e per la prima volta, di Ragusa. Un progetto, che guarda a una lettura del passato che faccia riflettere in modo critico e anticonformista sul presente, nato dall’idea degli studiosi del mondo antico Alberto Camerotto e Filippomaria Pontani dell’università «Ca’ Foscari» di Venezia. La manifestazione, sotto l’ala del liceo Ruggero Settimo di Caltanissetta guidato dalla dirigente Irene Cinzia Maria Collerone, è in calendario per mercoledì 8 maggio nella suggestiva cornice dello storico palazzo Moncada. «Classici Contro» è figlio di una di una stretta collaborazione tra scuole e università e trova negli alunni una partecipazione attiva «con il coinvolgimento diretto di altri componenti della società civile – è stato spiegato - mirata a un’esperienza unica di didattica, formazione ed educazione alla cittadinanza, che si realizza attraverso la preparazione e messa in scena durante l’evento finale di performances artistiche e teatrali e di lezioni su temi legati alla parola chiave dell’anno, la libertà di parola dei greci antichi, la parrhesia». Si entrerà nel vivo con il liceo Ruggero Settimo che racconterà il dietro le quinte della parrhesia a scuola, reciterà i versi di Blas de Otero, Pido la paz y la palabra passando per la danza liberante della parola con la coreografia di Gabriella Cavallaro. Poi, con l’introduzione del docente Franco Giorgianni dell’università di Palermo, calcheranno il palco alunne e alunni dei licei classici Umberto I di Palermo, Ragusa e del Ruggero Settimo di Caltanissetta, con la coreografia di Eva Farinella, che daranno voce alle tre “maschere mute” della scena greca, Astianatte, Polissena e Anchise. È su «La parrhesia dei moderni: Giacomo Matteotti» che si soffermerà il docente dell’ateneo palermitano, Vittorio Coco e con lui dialogheranno le voci delle donne filosofe del ventesimo secolo, con stralci in lingua e traduzione da Hannah Arendt, Simone de Beauvoir, Iris Murdoch, Maria Zambrano, punteggiati dalla musica degli studenti del liceo musicale «Manzoni-Juvara». «Gimme some truth». Autenticità, protesta, impegno nella popular music, da Wonderland a Sanremo, sarà il tema della parrhesia in musica a cura del docente universitario di Palermo, Alberto Trobia. Poi i ritmi del corpo E Sofocle sta ad ascoltare…Parrhesia tra sorelle. L’Ismene di Ghiannis Ritsos e l’Antigone de La tumba de Antígona di Maria Zambrano. Spazio poi a monologhi a cura degli allievi, Sofismi all’italiana, il governo delle parole; Dal privilegio in giù; In dialogo con Il Pescatore o i redivivi di Luciano di Samosata; Odissea Generazione Z; Parlate, finché potete! … il dialogo con i momenti di parrhesia per voce dei giovani. E gli studenti del liceo «Ruggero Settimo» daranno vita a profonde riflessioni sul tema, danzeranno, reciteranno e suoneranno. Nel pomeriggio, la premiazione delle foto vincitrici della seconda edizione del concorso fotografico Parrhesia, «Immagini che vogliono parlare», ormai di respiro internazionale per gli scatti in gara di diversi fotoamatori stranieri. Istantanee, in lizza per le due sezioni concorsuali, che sono stati valutati da una giuria di esperti presieduta da Marco Angelo Pancino e dalla presidente onoraria Irene Maria Cinzia Collerone, con al loro fianco gli insegnanti Elisabetta Civiletto, Salvatore Farina, Marzia Guarneri, l’esperto fotografo Ettore Garozzo, l’esperto delegato del Lions, Michelangelo Lacagnina, dal presidente del Rotary, Giuseppe Sagone. Chiuderà, con giornalismo etico e parrhesia, la tavola rotonda e il dibattito tra i giornalisti Silvia Andretti, Alessandro Anzalone, Marco Patucchi, Mariagrazia Pignataro e gli studenti del liceo, accompagnati all’esperienza e moderati dalla giornalista Ivana Baiunco. Sullo sfondo, la parrhesia nella voce dei giovani sotto l’esortazione… parlate finché potete.