GELA. L'Eni illustrerà oggi a Palermo, davanti al governatore Crocetta e alle controparti sindacali, il programma di interventi per la riconversione produttiva della raffineria di Gela, concordata nello scorso novembre tra governi nazionale e regionale, sindacati confederali e Confindustria. È un appuntamento che il direttivo provinciale dei chimici e dell'energia della Filctem-Cgil di Caltanissetta, riunito oggi a Gela alla presenza della segreteria regionale, considera «un'occasione per delineare finalmente con chiarezza gli aspetti connessi al nuovo business».
In realtà, tra le maestranze c'è il timore che l'Eni voglia disimpegnarsi per abbandonare definitivamente, dopo 50 anni, l'insediamento industriale gelese. Per la Cgil, infatti, gli interventi dell'azienda hanno riguardato finora il trasferimento di centinaia di dipendenti della raffineria di Gela mentre «si stanno comprimendo - scrive la Filctem nissena - costi, servizi, manutenzioni e ogni sorta di attività industriale senza che ci sia alcun meccanismo di conservazione del patrimonio strutturale e delle competenze per potere essere proficuamente riutilizzati nelle future iniziative industriali citate nel protocollo».
Ferma anche l'attività di estrazione e ricerca di nuovi pozzi petroliferi in Sicilia. A subire le conseguenze più pesanti della crisi occupazionale e produttiva sono i lavoratori dell'indotto, che rischiano il licenziamento perchè hanno esaurito le possibilità di ricorrere ai benefici degli ammortizzatori sociali.
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