GELA. La giunta comunale di Gela (M5s) stringe i tempi sulla realizzazione del protocollo d'intesa per la riconversione della raffineria di Gela e presenta al ministero per lo sviluppo economico un suo progetto di trasformazione e riqualificazione industriale nell'ambito di un futuro accordo di programma, anche se Confindustria Sicilia l'accusa di «fuga in avanti». La bozza, ora al vaglio del governo centrale e dell'istituendo gruppo di coordinamento per il rilancio dell'area di crisi complessa attorno alla raffineria di Gela, presentata al ministero per lo sviluppo economico è sintetizzata in cinque punti: risanamento ambientale del territorio ad opera dell'Eni; ridefinizione, nel petrolchimico post bonifica, delle aree da destinare alla prossima Green Refinery e assegnazione della restante superficie alle imprese italiane e straniere che ne faranno richiesta; ricostruzione e pubblicizzazione del porto isola (dopo la revoca della concessione unica all'Eni) per farne un hub nel Mediterraneo di trasporto intermodale con l'aeroporto di Comiso e una stazione di bunkeraggio del metano per le navi in transito cui motori presto saranno alimentati solo a gas; rinnovo finalizzato e utilizzo separato degli ammortizzatori sociali alla luce dell'entrata in vigore dello «jobs act»; istituzione di una «banca tecnologica internazionale» destinata alla formazione di esperti in bonifiche industriali. A gestire l'intero progetto (se fatto proprio dal governo, nei prossimi tre mesi) sarà Invitalia, l'agenzia governativa per lo sviluppo. «Troppe chiacchiere finora - ha detto il vice sindaco, Simone Siciliano - vogliamo fatti, subito, per lo sviluppo e il rilancio economico e occupazionale di Gela». Alla riunione di ieri ha partecipato la Regione Siciliana con il suo presidente, Rosario Crocetta, e numerosi alti funzionari.