GELA. L’Eni ha confermato il protocollo d’investimento da 2,2 miliardi di euro che prevede la riconversione della fabbrica in “Green refinery”, l’avvio delle bonifiche, l’estrazione di gas, on e off shore, e il mantenimento occupazionale. La notizia è trapelata, ieri, dal primo vero tavolo di verifica del protocollo sottoscritto il 6 novembre dello scorso anno. Gli attori principali si sono dati appuntamento ancora una volta al Mise, ministero per lo Sviluppo economico. Erano presenti i vertici della Raffineria Gela (RaGe) del colosso Eni, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano, il presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia e i confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Il presidente della Regione, Crocetta ha assicurato di avere sbloccato l’iter che autorizza l’avvio della bonifica all’ormai ex area Isaf (discarica). Sono stati confermati anche i programmi di esplorazione e trivellazione in mare. Secondo il governo regionale, “non ci sono ritardi nel rilascio delle autorizzazioni”. L’unica preoccupazione è legata al mantenimento occupazionale dei lavoratori dell’indotto, alcuni dei quali, proprio ieri, hanno promosso iniziative di protesta. La vicenda non è passata inosservata ai confederali che hanno acceso i riflettori sugli ammortizzatori sociali, argomento quasi ignorato durante il tavolo di confronto al Mise, evidenziando che la priorità dovrà essere l’approvazione dell’accordo di programma presentato dall’amministrazione comunale del Movimento Cinque Stelle. Quest’ultimo prevede l’avvio delle opere di compensazione e le agevolazioni per nuovi investitori i quali potrebbero sollecitare la cessione, all’interno della Raffineria Gela di contrada Piana del Signore, di aree dismesse da Eni che a sua volta dovrà bonificare. In città c’è ancora poco spazio per l’ottimismo. Se la scorsa settimana il management Eni ha garantito l’apertura della Vendor list per i lavori all’estero anche alle imprese gelesi, l’emergenza occupazione è ancora alta. I settanta strumentisti e metalmeccanici della ditta Sudelettra, ieri hanno incrociato le braccia davanti ai cancelli dell'azienda che opera nell'indotto della fabbrica Eni, reclamando il taglio delle indennità ai contratti di secondo livello. Identico copione per i circa sessanta metalmeccanici della Eurotec il cui amministratore, Angelo Tuccio, è stato costretto dai sindacati a presentarsi in prefettura a Caltanissetta per calmare le rivendicazioni dei lavoratori. Poche le responsabilità dei titolare delle imprese locali, costrette a stringere la cinghia per la mancanza di nuove commesse di lavoro. I veri interventi manutentivi, come assicurato dal management di Rage, dovrebbero sbloccarsi dall’estate prossima.