GELA. Il governatore Rosario Crocetta annuncia la possibile partecipazione dell'Eni al Consorzio universitario nisseno, che rischia di chiudere per mancanza di fondi, ed esplode una nuova guerra di campanile tra Gela e Caltanissetta.
«A Gela - scrivono in un comunicato le 20 associazioni aderenti al comitato Csag - l'Eni chiude la raffineria, lascia inquinamento, malattie da industrializzazione e taglia posti di lavoro, mentre i soldi del protocollo d'intesa vanno a Caltanissetta».
Ad innescare la polemica è il Coordinamento per lo sviluppo dell'area gelese e per il Libero consorzio di comuni con Gela capofila, che, nell'ambito della riforma regionale delle Province, si è battuto per staccarsi dal Nisseno fino a sancire l'adesione di Gela alla città metropolitana di Catania, insieme con Niscemi e Piazza Armerina.
Il comitato in una nota denuncia che «Gela è una città poco presa in considerazione dalla Regione e dallo Stato, e nonostante in alcuni campi usufruisca di leggi speciali, i benefici vanno ad altri territori senza requisiti. È così per la sanità, per le infrastrutture, per i servizi». Propone perciò l'istituzione a Gela di «master e stage inerenti la Green economy con la collaborazione dell'Eni; di un dipartimento oncologico di terzo livello; di un centro ricerche su malattie dell'industrializzazione».
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