GELA. Centoquaranta lavoratori metalmeccanici (il 90% dell'organico) della Smim Impianti, dell'indotto Eni di Gela, sono stati posti in mobilità per mancanza di commesse. Le segreterie provinciali Cgil, Cisl e Uil di Caltanissetta parlano di «scelta inopportuna» della data (ieri era il Venerdì santo) e di «vero e proprio atto di provocazione nei confronti dei lavoratori, del sindacato e della città».Il prefetto di Caltanissetta due giorni fa aveva convocato le parti per un confronto da tenersi il 31 marzo.
Le organizzazioni sindacali definiscono insussistenti le motivazioni addotte dalla Smim perchè si tratta «di una impresa che da ottobre 2015 deve iniziare un lavoro da milioni di euro per conto della raffineria». Cgil, Cisl e Uil, in un comunicato chiedono il perchè di tale atteggiamento accusando la stessa Smim Impianti di non pagare da diversi mesi gli stipendi alle maestranze in servizio e il Tfr a quei dipendenti che sono andati in pensione.
«Queste scelte, che aumentano la tensione sociale in città», scrivono i segretari sindacali Ignazio Giudice, Emanuele Callo e Maurizio Castania, annunciate dall'impresa «alla vigilia di ogni confronto tra sindacati e istituzioni sono un'arma di pressione contrattuale». I vertici del sindacato provinciale, insieme con i metalmeccanici, nel respingere le «provocazioni con forza, rivendicano lealtà nei confronti dei lavoratori e della città».
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