GELA. Un investimento da 400 milioni di euro, 119 cantieri avviati, di cui 34 per il risanamento ambientale, e più di 1300 lavoratori impegnati nell’indotto. Sono i numeri raggiunti nello stabilimento di Gela da Eni nell’ambito della riconversione dell’area in “Green Refinery” e presentati ieri pomeriggio in conferenza stampa a Palazzo d’Orleans.
I dati più attesi riguardano senz’altro quelli dell’occupazione, tradotti in numero di lavoratori impiegati e di licenziamenti scongiurati. Sono 1300 le unità impegnate, “numero superiore rispetto alle 1200 previste dal protocollo firmato al Mise il 6 novembre 2014, alla presenza della Regione e dei sindacati”, precisa Francesco Manna, responsabile dei rapporti con le istituzioni locali per Eni.
Sono stati messi in piedi 119 cantieri, di cui 65 sono già stati completati, per un totale di 160 mila ore lavorate.Trentaquattro i cantieri, dal valore di 85 milioni, che riguardano le attività di riconversione ambientale. "È un investimento importante che seguiamo puntualmente – dice il responsabile del progetto Gela per Eni, Luigi Ciarrocchi -. Lavoriamo affinché non accadano eventi sull'ambiente con una serie di interventi preventivi".
A riconversione ultimata, la raffineria “green” di Gela si occuperà del trattamento dell’olio di palma raffinato per la produzione di energia. Ma non solo. “L’impianto tratterà anche prodotti alimentari di scarto, grassi animali e oli di frittura esausti – aggiunge Ciarrocchi -. Dunque, la raffineria gelese sarà una delle tre raffinerie in Europa a poter trattare questi materiali”.
“Abbiamo creato e supportato a Gela un modello industriale sostenibile che fa da apripista al resto della Sicilia”, dice il presidente della Regione, Rosario Crocetta, presente alla conferenza stampa.
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