GELA. «Non siamo invisibili e non perdiamo la speranza». È quanto si legge in uno dei cartelloni esposti dalle mogli degli ex operai dell’indotto che hanno perso il posto di lavoro. Donne in piazza per chiedere un futuro non solo per i loro uomini, ma per un’intera città che oramai è in ginocchio e che con la chiusura della Raffineria è ancora alla ricerca di un’alternativa che possa salvarla.
“Una fiaccolata del silenzio contro il silenzio”, è lo slogan che le mogli, le madri, le fidanzate hanno scelto per chiedere a chi di competenza che non si può più perdere tempo e che bisogna intervenire al più presto.
Con delle candele in mano, si sono ritrovate davanti l’albero di Natale, allestito in piazza Umberto primo, perché quell’albero rappresenta ancora la speranza. Una fiaccolata simbolica, da parte di donne stanche di sopportare solo promesse da parte di chi ha chiuso la Raffineria senza creare alternative.
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