GELA. A 13 anni dalla mareggiata che si abbatté sul porto-isola della raffineria di Gela, alcuni dirigenti dell’Eni e i vertici della locale guardia costiera hanno presenziato, stamani, all’apertura del cantiere che permetterà lo smantellamento delle strutture di carico e scarico della diga foranea rimaste danneggiate nella burrasca. Per oltre sei mesi, una quarantina di lavoratori dell’impresa appaltatrice «Sudelettra» troveranno occupazione, grazie a un investimento aziendale di circa tre milioni di euro. Ricostruita già da qualche anno, invece, la struttura muraria della stessa diga che si estende per 1.200 metri trasversalmente al pontile della lunghezza di 2.800 metri, formando una sorta di «T». Il responsabile Eni per l’attuazione del protocollo d’intesa sulla riconversione green della raffineria, Luigi Ciarrocchi, ha detto che «queste opere rientrano nell’ambito di una politica di rilancio del territorio», annunciando lo studio in corso di «un Masterplan per identificare le potenzialità delle strutture portuali del territorio e per il loro utilizzo ottimale».