GELA. In Sicilia continua a piovere, l'acqua delle dighe di Gela viene scaricata a mare per motivi di sicurezza ed esplode la protesta degli agricoltori. I contadini, arrabbiati, si ribellano alla decisione di alleggerire gli invasi «perché - dicono - per troppo tempo non abbiamo potuto irrigare i nostri campi a causa della siccità e ora che le risorse idriche si stanno accumulando, svuotano le dighe». Pur consapevoli dell’esistenza di problemi legati all’interramento quasi totale del bacino della diga Comunelli e alle lesioni visibili sullo sbarramento della Disueri, gli agricoltori dell’associazione «Santa Maria» di Niscemi, che raggruppa 176 aziende operanti nella Piana di Gela, hanno inscenato una manifestazione di dissenso vicino ai canali di scarico. Chiedono che «l'acqua della diga Disueri venga trasferita nella diga Cimia o nella vasca Maroglio attraverso le condotte di interconnessione esistenti, anziché sprecarla buttandola a mare». E minacciano di occupare la sede del consorzio di bonifica della piana gelese. «Ci dicono che l’acqua è troppo fangosa e che bisogna aspettare che diventi più chiara - racconta uno dei dimostranti - ma non dobbiamo né imbottigliarla né berla, vogliamo solo utilizzarla per irrigare le nostre produzioni a campo aperto, come carciofi, fave, piselli e cereali nonché per le colture intensive sotto serra». La precaria situazione strutturale, economica e produttiva è resa ancora più difficile dall’attuale fase di transizione al governo della Regione, in attesa dell’insediamento del neo-governatore Nello Musumeci e della sua giunta.