Il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, e l'Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, hanno firmato un protocollo di intesa tra le parti secondo il quale Eni si impegna a realizzare un programma di attività di decarbonizzazione, mitigazione ambientale, riqualificazione e valorizzazione delle aree del sito multisocietario di Gela, non avvalendosi più di impianti di produzione e lavorazione di oli minerali. Lo rende noto il gruppo petrolifero. Il programma prevede: lo smantellamento in dieci anni di tutte le aree in disuso del sito industriale e la loro restituzione a nuove funzioni, con una prima fase, nei prossimi tre anni, di demolizione degli impianti non più funzionali alle attività per la produzione di biocarburanti, in un’area totale di oltre venti ettari; la realizzazione di un progetto di decarbonizzazione del sito basato sull'applicazione di tecnologie innovative di proprietà Eni, con gli obiettivi di realizzare un processo integrato di cattura e riutilizzo dell’anidride carbonica, che sarà convertita in materiale cementizio e bio-olio, conseguendo una notevole riduzione delle emissioni di GHG dirette, e di promuovere un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale; si conferma la rimozione di rottami e manufatti presenti sul fondale lungo il pontile per una fascia di 500 metri per lato; la definizione di un progetto che preveda le modalità migliori per il recupero del canale per la raccolta delle acque di raffreddamento, anche attraverso piantumazione, e il suo successivo utilizzo; l’impegno da parte di Eni a realizzare una serie di interventi finalizzati alla piantumazione di specifiche specie arboree, atte a garantire la mitigazione del contributo di Co2 della produzione di biocarburanti. Unanime soddisfazione per la decisione del ministero all’Ambiente di concedere il rinnovo della valutazione di impatto ambientale (Via) all’Eni che consente la costruzione su terraferma della base-gas da collegare con un gasdotto sottomarino ai giacimenti di metano off-shore Argo e Cassiopea. Si sbloccano così investimenti per 800 milioni di euro, corrispondenti al 36% dell’intero pacchetto di opere previste nel protocollo d’intesa del 2014, tra cui la riconversione del sistema di raffinazione che dalla lavorazione del petrolio è passata alla produzione di bio carburanti. Il rinnovo dell’autorizzazione ambientale è giunto in extremis, quasi alla scadenza dei termini, quando si temeva che l'Eni rinunciasse alla base-gas dirottando altrove i propri fondi. L’indotto dell’ex petrolchimico di Gela è attraversato da una profonda crisi a causa del completamento della costruzione della green refinery. Il sindaco di Gela, Lucio Greco, ha detto che questa è una vittoria di tutti» e ha incontrato insieme i sindacati confederali dei lavoratori e Confindustria Sicilia per fare il punto, alla luce delle notizie positive giunte da Roma. Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato di avere sospeso la manifestazione di protesta in programma, domani, a Roma, davanti al ministero dell’Ambiente. Tutti hanno però invitato a vigilare perché gli accordi vengano rispettati, mentre Gianfranco Caccamo, responsabile di Confindustria della zona centro-meridionale della Sicilia ha ricordato che «nei cassetti ci sono ancora progetti per 1,2 miliardi di euro, oltre ai 33 milioni del Patto per il Sud» che il governo regionale avrebbe deciso di togliere a Gela per assegnarli a progetti esecutivi nelle province di Catania e Siracusa, suscitando proteste politiche e minacce di ricorrere al Tar. Si parlerà anche di questo, oltre che della «vertenza Gela», sabato, durante la visita in città del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano.