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Pagano: vuote e gratuite le accuse su di me

CALTANISSETTA. «È con pazienza e serenità che ho atteso il giudizio della Cassazione, che adesso è arrivato definitivamente dandomi pienamente ragione». Non ha nascosto la sua soddisfazione il parlamentare nazionale del Nuovo centro destra, Alessandro Pagano, all’indomani della sentenza assolutoria per abuso d’ufficio con cui la seconda sezione della Suprema Corte ha scacciato su di lui l’ombra del sospetto. Il forte sospetto che aleggiava sul politico - che all’epoca dei fatti rivestiva la carica di parlamentare all’Ars - di avere fortemente influito, fino a determinarla, la nomina di Silvio Morini a primario dell’unità di chirurgia del «Sant’Elia». Incarico che è stato affidato nel febbraio 2008. E per il quale sono stati esclusi altri quattro concorrenti che quell’atto lo hanno poi impugnato. Così come adesso la procura generale che, però, ha dovuto incassare dalla Cassazione l’inammissibilità del ricorso presentato. «È stato - ha proseguito Pagano - un giudizio di inammissibilità da parte della seconda sezione della Cassazione, e questo giudizio vale molto di più di una assoluzione visto che conferma la sentenza della Corte d'Appello di Caltanissetta e rigetta il ricorso della procura generale». Fissando così i paletti di questo ultimo giudizio.

Poi una sorta di excursus di quello che è stato lo sviluppo processuale della vicenda che si trascina da parecchi anni. «È la fine di un processo - ha aggiunto in tal senso il deputato nazionale Ncd - che iniziò nel 2008 e che mi vide già assolto in primo grado quando chiesi il rito abbreviato. Vuote e gratuite sono state quindi le enfatizzazioni che, nel corso del lungo processo, sono state addotte da varie parti al calcolato fine di strumentalizzare una vicenda per finalità politiche».
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