GELA. Ormai, a Gela, si parla di «emergenza randagismo». Branchi di cani assediano letteralmente la città. Dalla periferia al mare, dalle aree archeologiche alla zona sportiva, è un pullulare di randagi che minacciano l'incolumità delle persone. Il direttore del museo regionale, Ennio Turco, dopo avere chiuso il sito delle «mura timoleontee» di Caposoprano per la presenza di decine di cani, oggi ha proceduto a emettere analogo provvedimento per l'area archeologica dell'acropoli e della colonna dorica.
A luglio, il sindaco di Gela, Domenico Messinese, dopo alcuni interventi che avevano permesso la cattura di una trentina di cani, senza che il fenomeno randagismo si riducesse, ha interdetto, con una ordinanza, la zona balneare sottostante la collina di Montelungo, vietando ai cittadini di frequentarla per motivi di sicurezza. Troppo frequenti le aggressioni ai bagnanti. L'ultimo episodio, in ordine di tempo, stamani, nella zona sportiva, a ridosso del «Palacossiga», dove alcune persone che facevano jogging sono state inseguite e costrette alla fuga da un gruppo di randagi.
Per arginare l'inquietante fenomeno, i sindaci del comprensorio di Gela hanno convocato per il 28 settembre una riunione con i vertici della sanità a Caltanissetta. Si cercherà di pianificare un'azione comune di contrasto al fenomeno randagismo.
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