CALTANISSETTA. Un incontro sul randagismo, organizzato dall'AnciSicilia, si è tenuto a Caltanissetta, nelle sale della biblioteca «Luciano Scarabelli». Alla riunione hanno partecipato i sindaci provenienti da circa 50 comuni dell'Isola ma anche funzionari e dirigenti comunali. «Obiettivo dell'incontro affrontare le diverse criticità, valutare le buone pratiche e condividere eventuali proposte da sottoporre al Governo regionale», spiega Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell'Associazione dei comuni siciliani, che aggiunge: «La problematica del randagismo ha fatto registrare in Sicilia, anche nel recente passato, eventi drammatici come quello, solo per citarne uno, avvenuto a Ragusa nel 2009, quando un bambino è rimasto ucciso dopo essere stato aggredito e sbranato da una muta di 15 cani. A distanza di anni il problema resta particolarmente grave a causa di diverse ragioni tra cui il mancato e necessario raccordo tra i comuni e le istituzioni interessate. In seguito a ciò le amministrazioni locali si sono trovate spesso da sole nel dare attuazione ai numerosi adempimenti previsti dalla legge regionale 15/2000».
«L'incontro di Caltanissetta - prosegue Alvano - rappresenta un primo momento di riflessione tra gli amministratori locali siciliani con l'obiettivo di avviare successivamente anche un pieno coinvolgimento di tutti i soggetti interessati al randagismo in Sicilia, a cominciare dalle associazioni di volontariato e proseguendo con i dipartimenti di prevenzione delle Asp, con l'assessorato alla Salute della Regione senza trascurare il coinvolgimento delle prefetture, dell'ordine dei veterinari e della 'task force animalì del Ministero della Salute».
«Solo un approccio di questo tipo ed una visione di insieme del fenomeno - sottolinea Alvano - possono rappresentare un tentativo di iniziare a dare risposte complessive sui diversi aspetti: prevenzione attraverso percorsi di formazione e informazione sul possesso consapevole degli animali da parte dei privati cittadini (che ancora in alcuni casi abbandonano i cuccioli); interventi di sterilizzazione; corretta gestione del momento emergenziale legato alla circolazione dei cani e ai danni da essi provocati a persone altri animali e cose, attraverso un utilizzo quanto più ampio dei sistemi di rilevazione attraverso microchip dell'anagrafe canina; un'azione efficace relativa ai luoghi di custodia degli animali, incentivando fortemente le adozioni».
«L'obiettivo dell'AnciSicilia - conclude il segretario generale dell'Associazione - è quello di favorire da un canto un processo di maggiore diffusione delle buone pratiche per contrastare il fenomeno del randagismo e azioni volte a favorire gestioni associate fra gli enti locali della Sicilia, attraverso convenzioni che riguardino uno o più obblighi previsti dalla legge regionale. Dall'altro, anche attraverso la costituzione di un apposito gruppo di lavoro tecnico, vogliamo incoraggiare una più fruttuosa collaborazione con le altre istituzioni preposte al contrasto del fenomeno del randagismo e mettere a punto anche mirate proposte di modifica alla legge regionale 15/2000».
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