GELA. Dopo mesi di polemiche e di veleni, sta per esplodere a Gela la «bomba rifiuti», che si preannuncia con un previsto aumento della «Tari 2015» di circa il 40% per le famiglie e del 50% per i commercianti. La proposta è della giunta municipale guidata dal sindaco, Domenico Messinese (M5S), che è stata presentata in consiglio comunale e che dovrà essere approvata entro domani. L'amministrazione pentastellata attribuisce alla passata Giunta Fasulo (Pd), le responsabilità di un ingiustificato aumento dei costi che nel 2014 sarebbero passati da 7 a 10 milioni per «servizi aggiuntivi dell'impresa appaltatrice, spesso doppioni di quelli inseriti nel capitolato e quasi mai giustificati», ha detto il sindaco ai cronisti. «Negli ultimi 12 mesi, sotto la gestione dell'azienda Tekra, mentre i costi lievitavano - ha aggiunto il vicesindaco, Simone Siciliano - la percentuale della differenziata non andava oltre il 18%». «Nel secondo semestre del 2014 - ha detto l'assessore al bilancio, Fabrizio Morello - si sono avuti tre milioni di maggiori spese e marciapiedi stracolmi di rifiuti». Il sindaco non lo dice, ma fa capire che una denuncia è stata presentata alla magistratura. La guardia di finanza ha acquisito contratto, delibere, fatture e ordinanze dell'appalto con la Tekra e altri documenti definiti «interessanti». Un'indagine della giunta, ha denunciato Messinese, ha permesso di ritrovare in uso, in un comune del Catanese, circa 800 degli oltre mille cassonetti che la ditta appaltatrice avrebbe fatto sparire da Gela, all'avvio della differenziata«. All'aumento della Tari, però, il consiglio comunale (a maggioranza Pd) intende opporsi »perchè - dicono i capigruppo - i dati forniti dalla giunta sono incompleti e fuorvianti«. E alla minaccia del sindaco di deferire il consiglio alla Corte dei conti replicano: »non ci lasceremo intimidire«. Stasera, la seduta consiliare decisiva.