«Chiudiamo l’ospedale di Gela». Lo propone, provocatoriamente, il gruppo consiliare del Pd gelese in una sua nota con la quale denuncia la situazione di estrema precarietà in cui versa ormai da anni il nosocomio cittadino che dopo la riforma ospedaliera regionale serve un bacino di 150 mila abitanti assieme ai comuni di Niscemi, Butera, Riesi e Mazzarino. In una nota inviata al commissario dell’Asp di Caltanissetta e diffusa ai cronisti, i consiglieri Pd ricordano che il «pronto soccorso» (primo reparto d’emergenza del Nisseno con oltre 46 mila prestazioni annue) opera in turni massacranti con soli 4 medici in servizio su 15 in organico; la «chirurgia» lavora con appena 3 medici in servizio; la pianta organica di «anestesia e rianimazione» è ridotta al 50% e si interviene solo nei casi urgenti; l’unità di «malattie infettive» è chiusa da un anno; la«nefrologia» e la «sono senza posti letto; la «cardiologia» non garantisce più prestazioni ambulatoriali», liste di attesa lunghe di mesi e tante altre insufficienze. «A causa di carenze croniche che si trascinano da tempo - scrive il gruppo Pd - l'ospedale non riesce più a rispondere alle esigenze della città e del suo comprensorio, con reparti al limite del collasso organizzativo e pazienti che sistematicamente vengono trasferiti (sempre che si trovino ambulanze ed infermieri) in strutture private, per buona pace di chi continua a fare denaro a causa di una sanità pubblica volutamente disastrata». «Recenti ed inutili riunioni con le più alte rappresentanze politiche della città e della Regione - denunciano i democratici -, hanno solo prodotto chiacchiere ed indifferenza». E allora, «tenuto conto che questa situazione mette a repentaglio la stessa vita dei pazienti se ne chiede immediata chiusura così rendendo realizzata finalmente, la volontà di chi vuole lasciare di Gela e il suo comprensorio senza alcuna possibilità di dare soccorso a chi chiede assistenza sanitaria».