Un'intitolazione e le sue modalità hanno finalmente animato il consiglio comunale. Al centro della contesa non tanto l'intitolazione di una sala del comune a don Luigi Sturzo ma la convocazione di un consiglio comunale ad hoc. Ma andiamo per ordine. La delibera su proposta dell'associazione che porta il nome del padre guida e fondatore della Dc è stata istruita dalla precedente amministrazione ed in continuità il sindaco Roberto Gambino ha voluto attuare il proposito. Questa storia della continuità non è andata giù a molti. Per dare più solennità però ha chiesto al presidente del consiglio Giovanni Magrì di convocare una seduta straordinaria e aperta per dare la possibilità che agli esterni di intervenire e coinvolgere i consiglieri che comunque sono gli abituali frequentatori della sala antistante la presidenza del consiglio. La decisione presa in conferenza dei capigruppo all'unanimità. Se non fosse che subito dopo il consiglio è già prevista la cerimonia di intitolazione. Ecco questo ha fatto brillare le polveri. I consiglieri di opposizione si sono sentititi gabbati, come se tutto fosse stato già preventivato e dunque anche valutato che il senso della convocazione del civico consesso si sarebbe così perso. Certo la solennità ma anche l'utilità di un consiglio che è comunque oneroso per le casse comunali. I primi a prendere carta e penna e dichiarare tutto il loro dissenso annunciando addirittura la loro assenza dalla seduta sono stati Toti Petrantoni, Michele Giarratana e Giovanna Mulè. Definiscono irrituale la convocazione del consiglio stesso. Si parla di forma e contenuto nello scritto dei consiglieri di centro destra. «Sotto il profilo della forma, la celebrazione di questo consiglio comunale non soltanto irrituale ma anche anomalo rispetto ai motivi che ispirano una tale convocazione di civico consesso» si legge nella nota.