«L’ex miniera Bosco non può diventare un deposito regionale di amianto». A sostenerlo è il sindaco di San Cataldo Gioacchino Comparato secondo il quale «un killer silenzioso si aggira per le nostre campagne». Dice anche che «le miniere sono una ricchezza, sono il retaggio di un passato, di una tradizione, del lavoro e del sacrificio di tanti nostri concittadini. Sono una ricchezza che va valorizzata, non utilizzata come discarica».
Ad avere individuato quel sito è il Piano di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, redatto nel 2016 e aggiornato nel 2020. L’area indicata sarebbe in possesso delle caratteristiche opportune per la realizzazione di un impianto di smaltimento dell’amianto. «Visto il sito minerario dismesso e vista la necessità di procedere alla bonifica dei territori - afferma il sindaco - per la cui bonifica era stata prevista la somma di 5 milioni e mezzo dai fondi della programmazione del Patto per il Sud, invece di bonificare quelle aree, è arrivata l’idea di creare un impianto di smaltimento dell’amianto, ovvero amianto su altro amianto. Un ragionamento, vogliamo dirlo con chiarezza, che era e rimane inaccettabile».
Ci sarebbero da smaltire oltre 10 mila metri quadrati di coperture di amianto provenienti da capannoni ed altri fabbricati. In sostanza – secondo quanto evidenzia Comparato - invece di procedere ad una bonifica e quindi allo smaltimento dell’amianto, si preferisce portare in quel sito, altro amianto da stoccare.
Secondo il Piano per l’assetto idrogeologico, redatto dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, l’intera ex area mineraria, è considerata a rischio. «Da studi effettuati sui suoli della miniera Bosco - sottolinea il primo cittadino sancataldese - si è potuto appurare che il suolo va a sprofondare, si abbassa, e questo fenomeno non accenna a diminuire. La terra sprofonda, a causa delle gallerie nel sottosuolo, erose dalle sostanze chimiche e dalla circolazione idrica sotterranea. In questo ambiente, secondo la Regione dovrebbe costruirsi un deposito di amianto».
A questo punto «Crediamo indispensabile - conclude Comparato - riaccendere i riflettori su questa questione. Il nostro obiettivo è semplice ma fondamentale: la bonifica dell’area».
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