Gela passerà alla provincia di Catania? La parola adesso passerà al Tar che si dovrà pronunciare sul ricorso presentato dal Comitato per lo sviluppo dell’area gelese.
La vicenda comincia alla fine di maggio del 2014 quando il consiglio comunale del Comune nisseno vota la delibera per la migrazione nel Libero Consorzio di Catania. Si parlò di "decisione storica". Ma a seguire serviva un referendum confermativo che si è tenuto poco dopo, a metà luglio, ma senza il raggiungimento del quorum necessario a convalidare il voto in aula.
Proprio un articolo (l'87) dello statuto comunale rende valido il referendum solo se vi prendono parte la metà degli elettori aventi diritto al voto. Un tetto di quasi 33 mila persone. Nel 2014, però, ci si fermò a 23.725 votanti con la percentuale del 36,14% di cui 11.422 donne e 12.303 uomini. All'appello, quindi, mancavano circa 10 mila voti.
A quel punto Gela rimase nella provincia di Caltanissetta, crollando di fatto il sogno di diventare Comune capofila di un nuovo libero Consorzio da formare insieme al comprensorio ed al sud dell'ex provincia di Catania.
A rinfocolare il dibattito ci ha pensato il Comitato per lo sviluppo dell’area gelese, retto da Filippo Franzone, che rivendica il rispetto dell’esito referendario che in effetti (anche se invalido) aveva mostrato una larga maggioranza a favore del passaggio sotto l'egida di Catania. Adesso sarà il Tribunale amministrativo regionale di Palermo, il prossimo 5 aprile, ad esprimersi sulla diatriba.
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