Addio a Franco Gallo: due volte sindaco di Gela, guidò la svolta culturale e urbanistica della città
Aveva subito recentemente un intervento al cuore, poi le sue condizioni si sono aggravate fino al decesso. È morto la scorsa notte Franco Gallo, 67 anni, per due volte sindaco di Gela e attuale presidente dell’Oiv (Organismo indipendente di valutazione). Guidò il Comune dal 1994 fino al gennaio 2002, dietro la spinta di movimenti progressisti e ambientalisti e di un laboratorio politico al quale aveva dato il nome «Amare Gela». Fu il primo sindaco eletto direttamente dai cittadini. Non completò il secondo mandato, dopo la riconferma del 1998: si dimise a causa di una grave malattia, quindi si dedicò al ruolo di direttore generale dell'allora Consorzio Asi e per un anno guidò la Ghelas multiservizi. Avvocato e dirigente bancario nei suoi primi anni di carriera, fu anche insegnante di diritto nelle scuole superiori. Fu uno dei sindaci più amati, fautore di tanti interventi di riqualificazione di Gela. A lui si devono i piani particolareggiati, i lavori a strade, fognatura e illuminazione nei quartieri nord, la realizzazione di scuole. Una camera ardente è stata allestita nella Sala “Rinascimento” del Comune. Innumerevoli i messaggi sui social. «Gela perde un suo degno rappresentante che ha saputo mettersi al servizio della città con competenza e dedizione», lo ricorda il sindaco Lucio Greco, che ha così espresso il proprio cordoglio ai familiari di Franco Gallo, che aveva incontrato pochi giorni fa in municipio. Un lungo post arriva dal Partito Democratico di Gela: «Franco Gallo è stato il sindaco che più di altri ha determinato un significativo cambiamento politico culturale e urbanistico della nostra città, a lui e alle sue amministrazioni sono ascrivibili tutti i piani di riqualificazione urbana a nord della città, 10 e tutti realizzati.Da sindaco è stato sempre valido interlocutore con tutte le istituzioni regionali e nazionali e con indubbia capacità ha rappresentato al meglio gli interessi della città, negli anni in cui a Gela lo Stato investiva. Uomo delle istituzioni, ma anche uomo di raffinato spessore politico e dalle splendide qualità umane».