
Un sit-in per salvare l’ospedale di Gela, organizzato dall’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Terenziano Di Stefano circondato non solo dalla sua giunta, ma anche da esponenti politici, associazioni di volontariato che operano nel terzo settore, studenti delle scuole superiori e bambini accompagnati dalle loro maestre o dalle mamme. Per dire no alla nuova rete ospedaliera approvata dalla Regione che, secondo gli organizzatori, penalizza ulteriormente il Vittorio Emanuele, un ospedale punto di riferimento non solo per una città di 80 mila abitanti ma anche per i comuni della fascia meridionale del Nisseno. «Gela non può accettare un ulteriore depotenziamento - ha detto il sindaco Terenziano Di Stefano - rischiamo di perdere posti letto in oncologia e ancora il ridimensionamento della radioterapia, mentre da 14 anni attendiamo l’avvio dell’unità di terapia intensiva neonatale».
Della stessa opinione è l’assessore comunale alla Salute, Filippo Franzone: «In questa rimodulazione - ha sottolineato - perdiamo dieci posti letto. Gela perde pezzi. Abbiamo 144 posti letto attivi a fronte dei 244 previsti dal decreto assessoriale. Bisogna mettere un freno». «Non calpestate i nostri diritti», hanno gridato gli studenti, mentre Grazia Lo Bello, presidente dell’associazione Ados, ha evidenziato che «sulla carta la Breast Unit esiste ma siamo in un corridoio. I medici ci sono ma non abbiamo locali, non c’è un reparto».
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