«Abbiamo novità positive per quanto riguarda le forme di tipo degenerativo di Sclerosi multipla, quelle progressive per le quali negli ultimi due anni sono stati già approvati due trattamenti che però impattano solo su alcune delle cause di questa fase progressiva. Abbiamo adesso un nuovo farmaco, i cui risultati saranno presentati tra qualche giorno al congresso Ectrims-Actrims, che si chiama Masitinibe: agisce sulla microglia e sugli astrociti, cioè sulle cellule che hanno un ruolo importante sulla fase progressiva della malattia». L’ha detto a Caltanissetta il professor Giancarlo Comi, fondatore e direttore dell’Istituto di neurologia sperimentale dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, nel corso del congresso «Highlights in Neurology», special edition «Neuro-Covid-19», organizzato da Michele Vecchio, presidente regionale della Società italiana di neurologia e primario dell’ospedale nisseno di Sant'Elia. «Questo farmaco - ha proseguito Comi - in uno studio che è durato 2 anni, ha dimostrato di determinare un minor rischio di progressione delle difficoltà di cammino e di uso degli arti superiori nei pazienti con sclerosi multipla trattati, rispetto a quelli che ricevevano il placebo. Molto importante perché è uno studio che ha un meccanismo puramente neuroprotettivo e apre nuove prospettive. Purtroppo in quest’area abbiamo avuto anche fallimenti, però è sempre importante riuscire ad estrarre dal mazzo il farmaco vincente».