Un nuovo farmaco in arrivo anche in Italia e la prevenzione aiuteranno le persone affette da Alzheimer a mantenere per più tempo i propri ricordi e rallentare il corso della malattia. A parlarne è l’organizzatore del congresso Highlights in Neurology che si è svolto a Caltanissetta, il presidente regionale della Società Italiana di Neurologia, Michele Vecchio al termine dei lavori. “L’Alzheimer è una delle patologie a più elevato impatto sociale oltre che clinico - spiega il primario di Neurologia Vecchio - è una malattia in costante aumento, è la prima causa di demenza ed è una malattia il cui trend di crescita è destinato ad aumentare come abbiamo visto in questi ultimi decenni. Uno dei fattori di rischio principali è l’età e quindi con l’avanzare della sopravvivenza media ci aspettiamo moltissimi casi». “Studiando l’incidenza della malattia - continua il primario - è dimostrato che una delle cause è l’esistenza di comorbilità. E quindi le persone devono fare uno stile di vita adeguato, devono mangiare bene, fare attività fisica, evitare di fumare. Poi c’è la cosiddetta implementazione cognitiva cioè noi dobbiamo tenere sveglio il nostro cervello, dobbiamo tenerlo attivo. E tutto questo va fatto quando ancora si sta bene. Attualmente i farmaci che si stanno sviluppando hanno un’azione vera solo se vengono utilizzati all’inizio della malattia». “Dobbiamo essere pronti a utilizzare i nuovi farmaci, di cui uno, l’Aducanumab è già stato registrato alla Fda americana a giugno di quest’anno, e pensiamo nel 2022-2023 sarà anche in Europa e quindi anche in Italia, e ha un’indicazione per le forme estremamente iniziali. - prosegue - Sarebbe bello dire che questo è il farmaco che guarisce l’Alzheimer. Non so se questo sarà possibile in un futuro ma già modificare la storia naturale della malattia, e quindi garantire a un paziente per 10 o 20 anni una buona qualità della vita, mantenerlo nella sua memoria, nei suoi ricordi, nei suoi affetti e nei suoi hobby, credo sarà un successo».