CALTANISSETTA. Standard d'accoglienza eccellenti al centro governativo di Pian del Lago dove fra Cie, Cid e Cara sono presenti attualmente quasi cinquecento cittadini extracomunitari, 450 dei quali richiedenti. A certificarli è stata una commissione europea arrivata da Bruxelles (a guidare la delegazione Martin Schiffer) rimasta favorevolemnte colpita anche dall'efficienza dell'Istituto Testasecca dove si è conclusa da poco un progetto triennale (e in procinto di essere rifinanziato) per altri trenta stranieri.
Il prefetto Carmine Valente, pur mostrando compiacimento per i risultati dell'ispezione di martedì, incontrando i giornalisti spiegando i dettagli che hanno portato allo sgombero di sabato scorso della baraccopoli ha detto che l'emergenza non è affatto finita con il trasferimento di 230 immigrati in strutture del centro Italia con un ponte aereo. In prevalenza cittadini pakistani arrivati da ogni parte d'Italia. «Abbiamo pubblicato bandi per l'individuazione di centri provvisori - ha detto il prefetto - ma non sono arrivate risposte. A quel punto abbiamo deciso di affrontare la situazione come fosse uno sbarco vero e proprio con il coinvolgimento di Comune questura, polizia municipale, vigili del fuoco. Tutti gli stranieri prima di essere imbarcati sugli aerei sono stati visitati da medici dell'azienda sanitaria, del presidio di Pian del Lago e dell'Auxilium. Le famiglie della zona ormai mal digerivano la presenza della baraccopoli anche se debbo affermare che i nisseni si sono sempre mostrati accoglienti. Non abbiamo mai registrato episodi di razzismo e se tensioni ci sono state in passato hanno coinvolto cittadini di quella regione e afghani. Ai cittadini pakistani - ha aggiunto il prefetto - abbiamo detto che non tutti possono essere ospitati a Pian del Lago, si rischierebbe di creare una lobby all'interno del Cara».
Il Prefetto Carmine Valente ha anticipato che ben presto la Provincia inizierà i lavori per la realizzazione di marciapiedi in viale Candura fino al bivio Minichelli mentre è allo studio la creazione di una seconda rete di recinzione per scoraggiare i tentativi di fuga (a tagliare la corda quest'anno sono stati una trentina di stranieri). Ad allentare il clima di tensione che un tempo aleggiava al Cara è stato il lavoro della sezione che ha già ascoltato 910 migranti definendo 820 posizioni abbassando notevolmente i tempi d'attesa dei richiedenti asilo scesi da dodici e nove mesi per essere ascoltati. I numeri però sono purtroppo in continua crescita per l'ondata di sbarchi sull'isola e per l'arrivo soprattutto di pakistani che si presentano spontaneamente alle porte del Cara. Imminente la riapertura del Cie rimasto chiuso qualche giorno per lavori di ristrutturazione all'interno dei padiglioni danneggiati nei tentativi di rivolta.
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