I lavoratori dell’indotto della raffineria di Gela si sono fermati, oggi, per due ore, in segno di solidarietà con i 75 dipendenti dell’impresa edile, Corima, ai quali la direzione dello stabilimento non ha consentito l’ingresso in fabbrica, nel rispetto di un protocollo d’intesa che sospende le aziende non in regola con gli enti previdenziali e le retribuzioni del personale. La loro ditta, in crisi finanziaria pur avendo lavori in corso per almeno due anni con l’Eni, non paga gli stipendi da quattro mesi e non avrebbe osservato gli obblighi imposti dal documento unico di regolarità retributiva (Durc). Di conseguenza, gli operai della società cooperativa Corima, stamani, sono rimasti fuori dai cancelli perché i loro tesserini magnetici sono stati resi temporaneamente inattivi dalla direzione del petrolchimico. I sindacati confederali edili di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto l’intervento della Lega delle Cooperative e di Confindustria Centro Sicilia per affrontare e risolvere il problema. Entro domani sera dovrebbe essere presa una decisione da parte del consiglio di amministrazione della Corima, sulla ufficializzazione del proprio stato di crisi e l’apertura ad ogni possibile soluzione.
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