Caltanissetta

Sabato 27 Aprile 2024

Gela, il vescovo di Piazza tra i lavoratori della Raffineria

Anche il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana, prega per Gela e per il dramma che stanno vivendo migliaia di lavoratori del diretto e dell’indotto da quando l’Eni ha annunciato che intende chiudere gli impianti della Raffineria.Il vescovo, infatti, accompagnato da altri sacerdoti, ha voluto incontrare gli operai che da una settimana, giorno e notte, presidiano le principali vie d’accesso al petrolchimico. Il vescovo ha esortato i vertici aziendali a continuare ad investire su Gela, a rilanciare il petrolchimico creando forme di sviluppo compatibili con l’ambiente e con il territorio. “Comprendo benissimo – ha detto ai lavoratori – il dramma che state vivendo. Per questo mi rivolgo ai vertici di quest’azienda affinchè investano su questo territorio. Mi sembra che si stia vivendo una situazione in cui il ricco vuole prevalere sul povero, il Nord che prevale sul Sud. La questione – ha detto Gisana - è piuttosto drammatica. Anch’io mi sono arrabbiato quando ho compreso cosa stesse succedendo. Chiedo a voi che avete i soldi di fare la carità, ma non la carità intesa in forma di elemosina perché quella non serve a niente ma avviando nuove forme di lavoro, in modo tale che ogni lavoratore, con dignità possa pagarsi le bollette, il mutuo, far studiare i propri figli. Si sta creando povertà nella povertà e questo dobbiamo evitarlo. Dobbiamo solidarizzare, creare posti di lavoro sfruttando quello che abbiamo. Qui c’è questa struttura che non va bonificata ma rilanciata in modo nuovo e innovativo in maniera tale che la gente non perdi il posto di lavoro e al contempo creeremo un prototipo a livello nazionale. Dobbiamo pensare al bene comune. Se continuiamo a cercare il bene personale finiremo con quello che una volta disse Hobbess: “L’uomo è lupo ad un altro uomo” (servizio a cura di Donata Calabrese).
 
 
 
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