SAN CATALDO. San Cataldo si ferma per dare l'ultimo addio ad Aldo Naro, il giovane 25enne ucciso in una discoteca di Palermo durante una rissa. Ad ospitare i funerale la chiesa Madre del paese, gremita di gente. A celebrare il vescovo Mario Russotto. Sulla bara è stato poggiato un camice bianco. Presenti le massime autorità della Provincia, e anche tutto il clero della diocesi. Composto il dolore della famiglia.
In prima fila, un una chiesa madre gremita, i genitori e la sorella del medico, racchiusi in un dolore composto. Proprio ieri sera, il padre del ragazzo, colonnello dei Carabinieri alla Procura di Caltanissetta, aveva chiesto all’assassino di costituirsi.
"Migliaia di giovani - ha detto monsignor Russotto nella sua omelia -, non solo in Sicilia ma in tutta Italia, si sono chiesti come è possibile morire per festeggiare una laurea, come è possibile morire nel terzo millennio per l'inciviltà di altri giovani. Dobbiamo aiutare Dio a costruire insieme a lui la civiltà dell'amore, perché noi adulti gli abbiamo consegnato una società di furbi, pronti a scendere a compromessi. I giovani possano costruire la società che noi abbiamo distrutto".
Il vescovo ha anche citato le parole di Etty Hillesum, un’ebrea morta Auschwitz, parole di speranza nonostante le malvagità e le violenze subite in quel campo di concentramento. “Aldo voleva salvare tante vite umane, era innamorato della vita” ha aggiunto il Vescovo.
Sulla sua bara è stato poggiato un camice bianco, quel camice che Aldo purtroppo non potrà indossare mai più. Poi attorno al feretro tante rose bianche e un cuscino di rose rosse voluto dalla fidanzata Simona dove c’era scritto: “I nostri sogni resteranno per sempre nel mio cuore. Ciao Aldo”.
Davanti la chiesa, in uno schermo c’era scritto “Io sono Aldo Naro” e così su una t-shirt posta al primo banco accanto alla madre. Al termine della funzione funebre sono stati i suoi amici più cari a portare la bara sulle spalle fuori dalla chiesa, mentre un lungo applauso salutava Aldo per sempre.
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