GELA. Ad aprire il corteo funebre, un gruppo di avvocati gelesi. Sulla sua bara è stata poggiata la sua toga. Poi un cuscino di rose e gigli bianchi. In tanti, tantissimi, nella chiesa Sant’Antonio, oggi hanno preso parte ai funerali di Aurelia Triberio, la sfortunata avvocatessa di 39 anni di Gela, che domenica mattina, è stata travolta al lungomare mentre faceva jogging. Un dolore composto quello della famiglia di Aurelia, che da domenica scorsa, da quando si è verificato l’incidente, ha sperato fino all’ultimo nel miracolo. A celebrare la messa, il vicario foraneo Michele Mattina. Un sorriso smagliante, quello di Aurelia, che la rendeva particolarmente bella, una bellezza che riusciva a trasmettere anche quando si relazionava con gli altri. La sua era una vita intensa, impegnata, fatta di responsabilità. Poi il monito del sacerdote: andiamo troppo di fretta – ha detto – e a volte non ci accorgiamo degli altri. Abbiamo il dovere di riflettere e meditare affinch queste tragedie non si verifichino mai più”.