GELA. Arrestati a Gela, nell’ambito di un’operazione congiunta fra polizia e carabinieri, denominata “Far West”, due pregiudicati accusati di essere i presunti autori materiali di due gesti intimidatori portati a segno lo scorso 24 giugno, intorno alle 15 del pomeriggio, contro il portone di un’abitazione situato in via Generale Cascino e pochi minuti dopo contro un bar in via Francesco Crispi, nel cuore del centro storico della città.
In manette sono finiti Giuseppe Trubia, 21 anni e Saverio di Stefano, 24 anni. Sono accusati di minacce, danneggiamento a mezzo dell’esplosione di colpi di arma da fuoco, porto di arma da fuoco con matricola abrasa e ricettazione. Gli inquirenti, sono risaliti ai due pregiudicati, dopo aver visionato le immagini dei sistemi di video sorveglianza collocati nella zona.
Proprio davanti al portone, quattro secondi prima che uno dei due pregiudicati, esplodesse da una Panda nera diversi colpi di arma da fuoco, c’erano due bambini, uno dei quali stava giocando sul marciapiede. Una strage sfiorata per pochi secondi. Trubia e Di Stefano poi raggiunsero il bar di via Crispi.
Uno dei due malviventi fece irruzione nel bar e iniziò a sparare all’impazzata. All’interno c’era una dipendente, di origini rumene, che riuscì a salvarsi, nascondendosi dietro al bancone. “Gela – ha detto il procuratore capo Fernando Asaro – non è più il mattatoio degli anni novanta ma sembra di stare nel Far West”.
Poi il procuratore, è tornato a chiedere la collaborazione dei cittadini, che ancora una volta è venuta a mancare nonostante i due episodi si siano verificati in pieno giorno e nel cuore della città. Dietro ai due gesti intimidatori ci sarebbero questioni di natura passionale.
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