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Berlino, l'Orso d'oro ai fratelli Taviani

L’attenzione sui temi sociali è stata pienamente centrata dal "Cesare deve morire", film girato in un'area di alta sicurezza del carcere di Rebibbia con attori detenuti

BERLINO. Dopo ben 21 anni vince l’Orso d’Oro del Film Festival di Berlino il “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani. La scelta, quasi unanime, ha toccato varie motivazioni. L’attenzione dichiarata sin dai primi minuti dal direttore creativo, Dieter Kosslick, sui temi sociali è stata pienamente centrata dal lavoro dei Taviani, un film girato in un'area di alta sicurezza del carcere di Rebibbia con attori detenuti. (uscita Marzo 2012)

Nella sezione “Panorama” del Festival, la sezione premiata dal pubblico, giunge in seconda posizione l’altro film italiano presente al Festival “Diaz – Non pulire questo sangue” di Daniele Vicari. Il film racconta le violenze e gli orrori accaduti nella scuola Diaz durante il G8 di Genova. Anche questo un film denuncia dai contenuti sociali molto duri, uno squarcio su fatti inimmaginabili in un paese civile e democratico come l’Italia (uscita Aprile 2012).

Tornando al Cesare deve morire, la vicenda è tratta dal Giulio Cesare di Shakespeare, un’opera teatrale di raffinata analisi psicologica. L’assassinio di Cesare, preceduto com’è noto da un complotto farcito di cospirazione, sotterfugi, inganni, tradimento, maligna retorica e, infine, anche omicidio, è tessuto da sentimenti che le prigioni respirano a pieni polmoni. Questi veri “uomini d’onore” si raccontano e vivono nella rappresentazione dell’omicidio di Cesare dei Taviani un’esperienza catartica più vera della stessa verità.

Girato interamente a Rebibbia, nella sovrapposizione tra immagini in bianco-nero e colore, dove il bianco-nero sembra racchiudere una condizione non-realistica e per questo focalizzante i contenuti, quasi con cruda violenza, mentre il colore è realismo, un colore di emozione vera e palpabile, la recitazione penetra lo spettatore.

Sei i mesi di lavoro, con qualche sorpresa. “Cassio”, Cosimo Rega, dichiara che l’arte ha trasformato la sua in una vera cella. “Bruto”, Salvatore Striano, ha intrapreso la carriera di attore collaborando, dopo Fabio Cavalli, con Matteo Garrone, Abel Ferrara, Marco Risi e Stefano Incerti.


LA LISTA DI TUTTI I PREMI


Orso d’Oro per il miglior film
Cesare deve morire (Italia) di Paolo & Vittorio Taviani

Orso d’Argento, Gran Premio della Giuria
Csak a szél / Just The Wind (Ungheria) di Bence Fliegauf

Orso d’Argento per la miglior regia
Christian Petzold per Barbara (Germania)

Orso d’Argento per la miglior attice
Rachel Mwanza in Rebelle/War Witch (Canada), di Kim Nguyen

Orso d’Argento per il miglior attore
Mikkel Boe Følsgaard in En Kongelig Affære/A Royal Affair (Danimarca), di Nikolaj Arcel

Orso d’Argento per lo straordinario contributo artistico
Lutz Reitemeier per la fotografia in Bai lu yuan/White Deer Plain (Cina) di Wang Quan'an

Orso d'argento per la migliore sceneggiatura
Nikolaj Arcel e Rasmus Heisterberg per A Royal Affair (Danimarca), di Nikolaj Arcel

Premio Alfred Bauer, fondatore del festival: per la particolare innovazione
Tabu (Portogallo) di Miguel Gomes

Orso d'argento - menzione speciale
L'enfant d'en haut/Sister (Svizzera) di Ursula Meier

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