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"Mafia e gioco d'azzardo nel Nisseno", chieste 48 condanne

Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, frode informatica, peculato e corruzione

CALTANISSETTA. La Procura di Caltanissetta ha chiesto 48 condanne per oltre 260 anni di carcere complessivi nel processo per l'operazione Les jeux sont faits, che fece luce sull'affare delle macchinette videopoker taroccate e sugli interessi di Cosa Nostra nissena nel settore. Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, frode informatica, peculato e corruzione.

Le richieste di pena sollecitate alle fine della requisitoria dal pm della Dda Giovanni Di Leo vanno da 3 anni e 8 mesi a 18 anni di reclusione. La condanna a 18 anni è stata chiesta per i nisseni Salvatore Allegro, Marco Angotti e Salvatore Di Marca. Allegro, imprenditore nel settore dei videogiochi  elettronici, risponde di concorso esterno in associazione mafiosa in quanto avrebbe goduto dell'appoggio di Cosa Nostra riuscendo ad ottenere una sorta di monopolio nel settore, installando nella gran parte dei locali della città le sue macchinette, che, secondo l'accusa sarebbero state truccate in modo da consentire basse percentuali di vincita ai giocatori e scollegate dai Monopoli di Stato. Angotti e Di Marca, secondo l'accusa, sarebbero due componenti della famiglia mafiosa di Caltanissetta.

Nel processo sono imputati anche alcuni componenti della Guardia di Finanza e della Polizia che, in cambio di regali da parte degli Allegro, avrebbero chiuso un occhio al momento di svolgere i controlli e segnalare le irregolarità delle macchinette. Tra gli imputati anche i gestori di numerosi locali pubblici che installarono nei loro locali le macchinette fornite dagli Allegro.

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