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Riforma ospedaliera, il comitato di Gela chiede la modifica del piano

GELA. Il «comitato per lo sviluppo dell'area gelese» (Csag), che raduna più di trenta associazioni della città, prende posizione contro la recente riforma sanitario-ospedaliera in Sicilia perchè teme che possa «danneggiare ancora una volta l'ospedale di Gela».

A parere del Csag, attribuendo al nosocomio gelese il ruolo di «spoke» e dunque di ospedale di primo livello, verrebbero meno i presupposti per mantenere al «Vittorio Emanuele» di Gela «il II livello di Ginecologia e Ostetricia, nonchè l'Utin», cioè l'unità di terapia intensiva neonatale, che così verrebbero centralizzati nell'Hub provinciale del Sant'Elia di Caltanissetta.

A rischio trasferimento, secondo le associazioni gelesi, anche il «dipartimento oncologico di eccellenza», che i vertici dell'Asp 2 sembrerebbero orientati a portare a San Cataldo.

In una lettera inviata all'assessore regionale alla sanità, Baldassare Gucciardi, e ai componenti della sesta commissione all'Ars sui servizi sociali e sanitari, il Csag chiede la modifica del piano sanitario contestando la scelta che, pur essendo Gela, con i suoi 78 mila abitanti, la città più popolosa delle tre province del territorio (Caltanissetta, Agrigento ed Enna) e con il pronto soccorso il più attivo con i suoi 46.500 accessi, debba avere come riferimento l'ospedale Sant'Elia «al centro del territorio più spopolato della Sicilia promosso solo da politicanti ad Hub di campagna».

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