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Mafia e voto di scambio, 9 arresti:
ai domiciliari l'ex sindaco di Niscemi

Francesco La Rosa

NISCEMI. Soldi e promesse di lavoro in cambio di voti. E’ quanto emerge dall’inchiesta, condotta dalla Squadra Mobile di Caltanissetta, retta da Marzia Giustolisi e dalla DDA nissena, che ha portato all’arresto di nove persone, fra esponenti politici e boss di Cosa nostra di Gela e Niscemi.

Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa e scambio di voti. Ai domiciliari anche l’ex sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa. Ad appoggiarlo sarebbero stati il boss Giancarlo Giugno e Alessandro Barberi di Gela. La Rosa, secondo quanto emerge dall’indagine, avrebbe stretto un’alleanza con Cosa nostra in occasione delle amministrative del 2012.

Giugno, ex consigliere comunale della Democrazia Cristiana nel 1991 ed esponente di spicco di Cosa nostra, tornato in libertà l’11 marzo 2010, manifestò sin da subito il suo interesse per i nuovi equilibri politici locali ed un particolare mostrò attivismo nel periodo di piena campagna elettorale.

Gli incontri avvenivano in aperta campagna. Alle amministrative del 2012, avrebbe mostrato interesse anche il boss di Gela Alessandro Barberi, all’epoca reggente di Cosa nostra e rappresentante provinciale. Oltre all’ex sindaco, le misura restrittive hanno interessato anche l’ex assessore ai lavori pubblici ed urbanistica, il gelese Carlo Attardi, 31 anni; Giancarlo Giugno, 58, detenuto presso la Casa Circondariale di Terni; Salvatore Ficarra, 47; Francesco Spatola, 53; Francesco Alesci, 48 anni; Giuseppe Attardi, 54; Salvatore Mangione, 47 e Giuseppe Mangione di 44.

Secondo le accuse, l’ex sindaco La Rosa, si sarebbe avvalso dell’appoggio di Cosa nostra non solo per la raccolta del consenso elettorale, ma avrebbe anche promesso posti di lavoro e “comprato” il voto degli elettori: 110 euro per ogni voto. Al sindaco La Rosa e ad altri tre indagati sono stati concessi gli arresti domiciliari.

L’ex sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa è ancora presente nel Comune come consigliere. Ruolo che gli spetta di diritto in quanto sconfitto al ballottaggio a sindaco di 4 giorni fa. Elezione, quest’ultima, che non entra nell’inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta diretta da Amedeo Bertone, che ha coordinato le indagini di squadra mobile e dei commissariati della polizia di Stato di Gela e Niscemi.

La Rosa faceva già parte della Giunta Comunale nel 2004 quando l’Ente venne sciolto per infiltrazione mafiosa.

Calogero Attardi, anche lui agli arresti domiciliari, è stato eletto, nel 2012, consigliere comunale con 356 voti, risultando il più votato della lista 'La Rosa sindaco'. Oltre che consigliere comunale è stato, nella precedente amministrazione, dal 2015 al 2017, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Niscemi.

Circa due mesi fa Calogero Attardi si è dimesso dal Comune di Niscemi per prepararsi alla candidatura alle prossime regionali in Sicilia.

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