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Attentati incendiari a Gela, intensificati i controlli notturni

GELA. Dopo gli ultimi attentati incendiari compiuti a Gela contro amministratori pubblici, esponenti politici, avvocati e medici, il prefetto di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta, ha riunito nel municipio il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.

Si è preso atto che c'è stato un salto di qualità nella escalation dei danneggiamenti sistematici a evidente scopo intimidatorio; si sono avanzate le ipotesi investigative e sono state proposte le iniziative atte a fronteggiare il fenomeno. E’ stato deciso di intensificare il controllo notturno del territorio, con un aumento delle pattuglie di vigilanza, coordinato tra le forze di polizia, e di potenziare il sistema di videosorveglianza.

Un apposito progetto del comune di Gela sarà sottoposto dal prefetto all’attenzione del governo nazionale perché lo inserisca nel «Pon Sicurezza» e ne acceleri il finanziamento. Per il procuratore di Gela, Fernando Asaro, sentito a margine dell’insediamento di 4 nuovi magistrati a palazzo di giustizia, questo inasprimento dell’azione incendiaria «è una violenza che colpisce varie categorie professionali e vari settori della società in modo trasversale».

«Non abbiamo una pista privilegiata nelle indagini - ha detto - ma una serie di ipotesi che stiamo esaminando per capire e individuare esecutori e mandanti». Finora però gli incendi dolosi non avevano preso di mira bersagli eccellenti ma gente comune che raramente collabora con gli inquirenti, preferendo la vendetta con le stesse armi, in una catena infinita di roghi. «A Gela - ha detto, ancora, Asaro - si bruciano le automobili non per chissà quale motivo ma per cose banali, futili, come liti condominiali, problemi ereditari, conflitti sentimentali». "Tuttavia incendiare auto a notti alterne - ha ammonito il procuratore - è un fatto assolutamente grave che deve far riflettere non solo gli organi investigativi ma l’intera comunità sociale e civile affinché si ribelli a questa brutalità, abbandoni i comportamenti omertosi e collabori con la giustizia». (ANSA).

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