ROMA. "Ho trattato certi 'intoccabili' per ciò che veramente sono: individui che utilizzano la battaglia politica per ottenere più potere e più soldi. Aspirazioni legittime, ma ammantare tutto ciò come una lotta per la sopravvivenza della democrazia è irritante e ridicolo". L'ex dg della Rai Mauro Masi, intervistato dal Corriere della Sera, respinge le accuse di "censore" e "normalizzatore": "Ho tentato di far rispettare leggi e regolamenti a tutti, inclusa la lobby di sinistra nell'informazione Rai".
Masi esprime stima per Gabanelli unica "eccezione in positivo", e per Minzolini, "un innovatore, un professionista". Michele Santoro, che ha ha fatto gli auguri alla Consap di cui l'ex dg è il nuovo ad, "fa lo spiritoso, ma non lo era quando l'estate scorsa trattava con me, attraverso un manager esterno specializzato in divi tv ben pagati, un contratto-quadro da 14 milioni di euro per sé, il principale collaboratore, per il regista...".
I conti di Annozero in attivo grazie alle alte entrate pubblicitarie, prosegue Masi, sono "una leggenda". "Non esiste una sola azienda che chieda esplicitamente di apparire nella trasmissione di Santoro. E' la Rai, è la Sipra, che decidono, scegliendo gli spazi più seguiti. Sfido questi signori a trasmettere su altri network", afferma. Quanto al successo di Raiperunanotte, sono "dati difficilmente rilevabili, e comunque modesti".
Masi interviene anche sul caso Fazio-Saviano. "Nessuna censura, ma io ho difficoltà a trattare con chi impone il prendere o lasciare", spiega. In merito ai contratti per l'anno prossimo di Fazio e Floris, non ancora siglati, "bisogna chiedersi il perché di tanta fretta. C'é chi adotta metodi da calciomercato facendosi, tra l'altro, difendere da chi usa lo stesso italiano impervio che sento appunto dai fantastici procuratori Raiola e Caliendo".
Masi sostiene la scelta di aver allontanato Ruffini da Rai3. "Dopo 8 anni di direzione un ricambio è fisiologico. La sinistra non ha accettato Enrico Mentana al Tg3 e Giovanni Minoli a Raitre. Poi c'é stata la sentenza della magistratura che, con quelle di Santoro, costituiscono un vulnus nella gestione di qualsiasi azienda editoriale". Ultimo capitolo sono i conti della Rai. "Per il 2011, dopo 5 esercizi in passivo, il budget prevede un attivo di bilancio", sottolinea Masi. "Abbiamo avviato un'azione di risanamento forte e dura. Se si proseguirà su questa strada, i benefici si vedranno presto".
Masi, addio alla Rai: Santoro pensa solo ai soldi
Il direttore generale della Rai lascia l'azienda, dopo la nomina ad amministratore delegato della Consap. "Stimo la Gabanelli. Minzolin? Un innovatore"
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