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"Fathers and daughters", Gabriele Muccino torna sul set con Russell Crowe: "Il mio film più potente"

ROMA. E il Gabriele Muccino che non ti aspetti, ironico, divertente, pieno di energia, un fiume in piena di parole. Venerdì torna sul set con Fathers and Daughters, quarto film americano del regista di L'ultimo bacio. Muccino parla del suo prossimo film che lo vede dietro la macchina da presa e che vede protagonisti Russell Crowe e Amanda Seyfried. Lo definisce il film più «potente, importante della sua carriera» da quando ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti nel 2006, «un soggetto, che abbraccia un arco temporale molto lungo, di 25 anni-30 anni, con continui flashback tra passato e presente. Una storia nella quale per certi aspetti mi riconosco profondamente, nella quale mi sono immerso con tutto me stesso e nella quale, proprio per la vastità di temi che tocca e affronta ognuno si potrà riconoscere. Mi auguro di non commettere sciocchezze, ci tengo davvero e mi ha dato una carica enorme, sento un'energia esplosiva. Si mi ha cambiato pelle». La pellicola, prodotta da Craig J. Flores e Nicolas Chartier per la Voltage Productions insieme a Sherryl Clark, racconterà la storia di uno scrittore vincitore del Pulitzer, vedovo e padre, reduce da un esaurimento nervoso, e di sua figlia. La Clark si è occupata anche della sceneggiatura con Brad Desch, mentre Crowe e Keith Rodger saranno i produttori esecutivi. Il regista romano 46 anni a maggio, rivela che le riprese dureranno 8 settimane. Ma non è tutto già pensa a un nuovo film finito questo, che sarà questa volta girato a metà tra l'Italia e gli Stati Uniti e vedrà protagonisti quattro ragazzini dopo la maturità (si sta facendo il casting tra giovani attori, due americani e due italiani) che decidono di fare un viaggio a San Francisco. Sarà anche questo un film di crescita, di passaggio, la scoperta del sesso, dell'età adulta, il bivio tra lo scegliere e il non farlo, di diventare un individuo, superare le proprie paure e i propri demoni interiori, le delusioni che conosciamo tutti molto bene. Di cosa parla Fathers and Daughters? «È forse una storia che per certi versi più si avvicina alla mia sensibilità artistica, anche se ogni film appartiene al regista che lo dirige. Inizia da un lutto. E si svolge in due epoche diverse, si apre con un incidente d'auto in cui muore la moglie di Russell Crowe. Lui sopravvive con sua figlia, che all'epoca ha 6 anni e che crescendo sarà interpretata da Amanda Seyfried. Da lì nasce un sodalizio forte tra padre e figlia, l'elaborazione del lutto mescolata a un problema di natura depressivo- psicopatica da parte del padre (uno scrittore, ex premio Pulitzer), che lo porterà all'epilessia. La zia ricca (Diane Kruger) vuole l'affidamento della bambina. Padre e figlia si capisce vivranno un rapporto a distanza. Venticique anni dopo, con continui passaggi tra passato e presente, ritroviamo Amanda adulta a New York. Una figlia che per quelle ferite del passato ha difficoltà a legarsi, a crescere come donna, a diventare adulta, passa da un uomo a un altro. Cerca un padre che non ha più, la madre l'ha persa da piccolina. In questo lungo lasso di tempo vedremo gli sforzi del protagonista, rimasto vedovo, di crescere da solo la bambina, in lotta anche contro una malattia, che ha duramente inciso sulla maturazione della piccola». Russell Crowe è per Muccino «perfetto per questo ruolo. È nelle sue corde. È un dramma intenso, straziante, ed esaltante al tempo stesso. Come un classico film americano degli anni '70. Il filo conduttore che lega i miei lavori è sempre quello dei rapporti personali: fra padre e figlio, fra le famiglie, fra persone che cercano di realizzare sè stessi. Ovviamente è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Ecco perchè ritengo che ognuno di noi vi si potrà riconoscere. In ogni famiglia, in ogni rapporto personale, c'è un vissuto, un non detto».  Il soggetto del film sceneggiato da Brad Desch è considerata una delle migliori degli ultimi anni. «Esiste ogni anno ad Hollywood una graduatoria che elabora una lista chiamata Blacklist, che significa - spiega - l'opposto di ciò che appare in italiano e che annovera le migliori in circolazione e Fathers and Daughters è una di queste».

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