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Miss italia, ritorno al bikini
Due pezzi di storia in passerella

Una trovata pubblicitaria dopo la «censura» di 2 anni fa? La Mirigliani: «Ora si sfila a settembre, farà più caldo...»

PALERMO. E va bene che tutto serve a farne parlare ma il dilemma «bikini sì, bikini no» è, obiettivamente, un po’ muffo e non certo il più assillante per questo paese. Eppure ieri un comunicato lo ha annunciato: a Miss Italia torna il bikini di cui, appena due anni fa, era stata decretata la scomparsa perché «non necessario», perchè «l’intero era più elegante». Le ragazze che nell'Italia ipocritamente bacchettona del dopoguerra affollarono il concorso nelle centinaia di selezioni paesane, non erano forse ugualmente belle nei loro costumoni casti, goffi e casalinghi? Retromarcia spacciata per novità: succede se non si ha di meglio in un’estate in cui non il presidente della Camera, ma neppure uno qualsiasi dei parlamentari, si sono presi la briga di attaccare Miss Italia e di difendere – almeno una volta all’anno – il corpo delle donne. Niente, l’unica notizia è che Simona Ventura presenterà questa edizione numero 75: vabbè.
Allora il 14 settembre, giorno in cui 24 finaliste si contenderanno a Jesolo, e in prima serata su La7, scettro e corona, il bikini tornerà a mostrare gli ombelichi: la corsa dei telespettatori a un posto in prima fila è già iniziata. Per le spiegazioni, la parola a Patrizia Mirigliani: «Il bikini — spiega Patrizia, che potrebbe tenere un corso sull’evoluzione delle donne italiane in qualsiasi università del mondo — fa parte della storia di Miss Italia e appare oggi evidente che la tutela della bellezza e la difesa delle donne non passano di certo dal suo accantonamento in tv». Neppure due anni fa: «Lo dimostrano le varie, importanti iniziative sociali del concorso, dalla promozione in gara delle miss curvy con la taglia 44 alla battaglia antistalking». Ma, giusto per capire, cosa è cambiato rispetto a due anni fa? Si arrampica sulle condizioni meteorologiche: «I tempi non sono cambiati ma un certo clima sì. L’anno scorso la finale è andata in onda a fine ottobre, in un periodo non certo ideale per presentare le ragazze in tv con un costume succinto. Ma ora la stagione è diversa e Miss Italia è tornata alle sue date classiche di metà settembre». E, dunque, invece di provvedere all’acquisto di un bell’impianto di aria condizionata nel Palasport, non consigliabile in tempi di spending review, si è pensato fosse più economico spogliare le miss. Miss Italia è, insomma, lo specchio di quest’Italia amante di rivoluzioni, rottamazioni: una volta si rottama il bikini, un’altra il costume intero (e il trikini?). Un anno guai alla plastica, ai ritocchini troppo evidenti e al piercing – ve l’immaginate la ragazza della porta accanto con un anello al naso o le labbra a canotto? Roba da cambiare subito condominio... Un anno arriva la taglia 44, ammessa e tutelata come una minoranza culturale. E poi c’è l'anno in cui vengono suggerite alle signorine i libri da leggere (almeno tre ogni dodici mesi): a loro, che sul comodino tengono rigorosamente Hesse perché fa figo, viene suggerita Jane Austen o Silvia Avallone.
Non vi sembrano accorgimenti rivoluzionari? Ma se queste sono rivoluzioni (o correzioni?) allora, cosa è stata quella imposta da Maurizio Costanzo, presidente di giuria nel 1990, che decretò la fine dell’infame rito delle misure, il famoso trittico perfetto, 90­60­90? Il bikini — non vi sfugga — fa parte della storia di Miss Italia, anzi perfino della storia del costume italiano. Basta guardare le immagini delle miss attraverso i decenni: dal due pezzi improvvisato di Lucia Bosè e Gina Lollobrigida nel 1947, a quello sofisticato ­ per i tempi ­ di Sofia Loren tre anni dopo. Sfogliando le pagine della storia del concorso appare Miss Marche che presenta il suo bikini fra gli applausi e gli sguardi (salivanti) di un pubblico tutto maschile: siamo nel ‘71. La carrellata arriva ai nostri giorni, ai bikini di Edelfa Chiara Masciotta (2005) e Claudia Andreatti (2006), della siciliana Miriam Leone, fino all’ultima reginetta nostrana, Giulia Arena, che dopo l’elezione in costume intero, riporta in scena il bikini dello sponsor. Quasi un avvertimento... A proposito, la Sicilia, dal ‘46 al 2013, ha piazzato ben 10 Miss Italia, dalla Bonino alla Arena, un palmarès pari solo a quello della Lombardia. Il bikini riabilitato sarà protagonista di un momento clou della finale di Miss Italia 2014, quando ognuna delle ragazze rimaste in gara si esibirà in passerella sulle note di una hit estiva italiana che racconta l’Italia, dagli anni 50 ad oggi. Da sballo. Certo, da qui al 14 settembre staremo ad arrovellarci su un altro dilemma: ‘sto bikini sarà scosciato o meno? Aspettando un’altra rivoluzione epocale: l’apertura alla taglia 50.

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