ROMA. «Un agente segreto che lavora nell'ombra e non può neanche essere ringraziato perchè appunto non può rivelare a nessuno la sua identità». Così Luca Argentero arrivando al Roma Fiction Fest (di cui è anche 'padrino') parla di 'Ragion di stato', la miniserie per la regia
di Marco Pontecorvo, in arrivo prossimamente su Rai1, «Siamo orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto, anche a livello di collaborazione fra noi attori, oltre ad essere stati guidati da
un regista come Marco di altissimo livello: Abbiamo attraversato il mare; il deserto; raccontato cose di grande attualità che leggiamo sui giornali. Il medio oriente è una zona purtroppo
sempre calda, ho tenuto un fucile il mano per fortuna solo per finta ma confesso è stato incredibile». La sceneggiatura di ragion di stato è di Andrea Purgatori e Laura Ippoliti. Una sorta di spy-story che combina un tema di grande attualità (gli equilibri geopolitici contemporanei e la sicurezza dell'Occidente) e una storia d'amore di forte impatto drammatico
Prodotto da Cattleya per Rai fiction vede nel cast Giorgio Colangeli Anna Foglietta Andrea Tidona, Ninni Bruschetta Olivier Loustau Matt Patresi, Camilla Filippi. Due uomini viaggiano a bordo di un fuoristrada che avanza su uno sterrato tra le imponenti montagne dell'Afghanistan. Il loro rapporto è molto simile a quello tra un padre ed un figlio: Rosso, il protagonista, è con Fontana, capo delle operazioni dell'Aise in Afghanistan, uomo in servizio da molto tempo e con
una vena di amaro realismo per un conflitto di cui non vede una fine reale. Rosso ha imparato tutto dal suo mentore ed è un ottimo agente, efficiente e 'chirurgico' in azione. Ma quella
mattina l'operazione in cui i due sono impegnati non va come previsto e Fontana viene catturato da un gruppo di talebani, che in cambio della sua restituzione chiede che vengano liberati alcuni dei suoi militanti prigionieri degli Americani. Rosso, lacerato, deve far rientro in Italia. L'Ammiraglio Massa, Direttore dell'Aise, non vuole coinvolgere gli Americani e
sceglie una strada diversa per arrivare alla liberazione di Fontana, quella della trattativa, chiedendo la mediazione di un 'signore della guerra' libanese (Rashid), uomo ricco, potente e
pericoloso. La scelta di Massa non è condivisa dal suo vice (Ranieri), palesemente filo-americano, e spiazza doppiamente Rosso, a cui Massa affida un compito apparentemente secondario: occuparsi della protezione di una donna. Si tratta di Rania, la moglie di Rashid, che è in arrivo a Roma con la figlia dodicenne, malata, che Rashid intende far visitare da uno
specialista italiano. Rania è una donna sensibile e infelice, sposata giovanissima a Rashid, che la considera nient'altro che un bell'oggetto di sua proprietà. I sentimenti giocano un ruolo
potente e fondamentale nella storia: tra Rosso e Rania nasce un amore imprevisto ed incontenibile. Mentre la trattativa per la liberazione di Fontana va avanti, Rosso organizza la fuga di Rania in Svizzera, che si risolve però in un insuccesso. La donna viene rimpatriata a Beirut. Rosso ne è ancora all'oscuro, occupato in Afghanistan nell'operazione finale di liberazione di Fontana. Nel momento cruciale dello scambio prigionieri, un Apache americano piomba sul luogo del riscatto e scatena una carneficina che finisce per falcidiare anche Rosso e Fontana. Rosso, però, è tutt'altro che morto e Massa, l'unico a saperlo vivo, gli propone un patto: lavorerà sotto copertura e direttamente per lui negli scenari caldi del Medio Oriente,
all'insaputa del Servizio e soprattutto di Ranieri. In cambio avrà la possibilità di entrare in contatto e di salvare Rania. Contemporaneamente Massa costringe Rania a spiare il marito
Rashid, sospettato di essere a capo di un pericoloso traffico di armi chimiche. L'amore tra Rosso e Rania indirizza il corso degli eventi successivi. Rosso, uomo di forti ideali e grandi
passioni, deve confrontarsi con i molteplici e stratificati livelli del 'gioco', con le doppie e triple anime dei suoi nemici e dei suoi amici, con le spinte contrastanti del ricatto, dell'obbedienza, dell'amore e della paura, con i conflitti interiori cui è sottoposto, chiamato a scegliere tra ragione e sentimento. Ma anche lo Stato, come il cuore, ha le sue ragioni che la ragione non conosce.
Caricamento commenti
Commenta la notizia